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La Questura di Cuneo dedica una targa a Giovanni Palatucci: salvò 5000 ebrei (FOTO)

L'omaggio all'ex questore di Fiume con una cerimonia nel giorno dell'anniversario della sua morte, avvenuta nel 1945 nel campo di sterminio di Dachau

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Una targa sovrastata da un albero di ulivo stilizzato posta di fianco all’ingresso dell’Ufficio Immigrazione. Così la Questura di Cuneo ha deciso di ricordare la figura di Giovanni Palatucci nell’anniversario della sua morte, avvenuta nel 1945 nel campo di concentramento di Dachau. Ex questore di Fiume (l’ultimo della città istriana), riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem di Gerusalemme, Palatucci venne inoltre insignito della Medaglia d’Oro al Valore Civile alla memoria dello Stato italiano per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei. A Fiume si trovò infatti a dover affrontare e gestire la situazione dei profughi che dai Balcani arrivavano in Italia, quasi tutti ebrei, e l’impatto che le leggi razziali ebbero sulla popolazione ebraica. In quegli anni riuscì a fornire documenti falsi agli ebrei, favorendone la fuga verso la Svizzera: contribuì a salvare circa 5000 persone. Tradotto nel campo di sterminio di Dachau per essersi nel frattempo legato ad un movimento indipendentista fiumano, il 10 febbraio 1945 morì, a 36 anni, a pochi giorni dalla Liberazione.

Nell’ambito delle iniziative a livello nazionale per ricordare la sua figura, la Questura di Cuneo gli ha voluto dedicare una targa ed un albero di ulivo stilizzato, simbolo di pace, salvezza e prosperità per le generazioni future. Non casuale la scelta del luogo, proprio nei pressi dell’ingresso dell’Ufficio Immigrazione. Durante la breve cerimonia per l’intitolazione, il questore di Cuneo Nicola Parisi ha sottolineato che figure come quelle di Palatucci sono “gli esempi da seguire, non solo nella strada, ma anche nel modo”. Presenti anche i comandanti provinciali di carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Vigili del Fuoco, il sindaco di Cuneo e presidente della Provincia Federico Borgna, Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC che ha finanziato i costi dell’opera, e i rappresentanti dell’Associazione Partigiani e della Comunità ebraica di Cuneo.