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«Lo spirito di don Giovanni Bosco è sempre attuale»

Don Alessandro Borsello, direttore dell’Istituto Salesiano di Bra, ripercorre 60 anni di storia

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Don Alessandro Bor­­sello, originario di Torino e classe 1973, è il direttore dell’Istituto Salesiano “San Domenico Savio” di Bra. Dopo una prima esperienza all’ombra della Zizzola, nel settembre del 2019 è tornato a Bra, con nuovo e prestigioso in­carico. Lo abbiamo incontrato.

Risale ad agosto del 2019 il suo insediamento come direttore a Bra. È corretto?
«Vero. Sono nella Città della Zizzola da più di un anno e mezzo e devo ammettere che il 2020 è stato davvero particolare, per molti aspetti… straordinario. Il mio ritorno in questo centro nevralgico della Granda è stato facilitato dai sei anni già trascorsi in questa cittadina, intervallati da 4 anni impegnativi a Borgo­manero. Devo co­munque sottolineare che i trascorsi braidesi, mi hanno permesso di conoscere la comunità dei confratelli, le attività e gli ambienti pastorali. Gli incarichi come catechista della Scuola Media e responsabile dell’O­ratorio sono state attestazioni fondamentali, in particolar mo­do a livello personale. Il mio ritorno oggi mi vede in prima linea con un ruolo decisamente diverso. È una sfida bella, interessante, carica di molta disponibilità e collaborazione. Una propensione che ho colto sia all’interno dell’Istituto, ma anche, e questo mi inorgoglisce da parte di tutta la città di Bra».

C’è stato anche un compleanno significativo: ben 60 candeline per celebrare l’Opera Salesiana braidese…
«Un traguardo importante, senza dubbio. Io ho concluso questo speciale compleanno della Casa, inaugurato dal mio predecessore don Vincenzo Trotta che ha dato vita ad una serie di appuntamenti significativi. Nei locali dell’ex conceria “La Novella” si è svolta nei primi mesi del 2019 la mostra antologica dedicata ai nostri 60 anni che ha davvero ottenuto un grande successo.

I momenti celebrativi del no­stro sessantesimo, hanno voluto sottolineare la riconoscenza del­l’Istituto verso un territorio che ci ha “abbracciati” e accolti sempre con grande affetto. In questi anni abbiamo rappresentato un punto di riferimento nella formazione professionale; siamo stati una significativa rampa di lancio verso il mondo del lavoro per i giovani. La Scuola Media ebbe un impatto forte nell’ambito della formazione cittadina, al pari dell’Isti­tuto Tecnico, così come significativo per il tessuto sociale cittadino è stato l’Ora­torio. Questi sessant’anni tratteggiano una storia costellata di obiettivi precisi e grande lavoro, ma rappresentano anche lo spunto per rilanciare nuove idee e per illustare il concetto dell’essere don Giovanni Bosco oggi, in questa epoca così imprevedibile».

E restando all’attualità, l’Istituto braidese come sta fronteggiando l’emergenza Co­vid?

«La pandemia ci ha spinto verso nuove strade. Sembra passato un secolo dalla nostra esperienza nel febbraio dello scorso anno in Inghilterra, con la Scuola Me­dia… Da quel mese tutto è stato diverso… Il “lockdown” però ci ha segnati molto, abbiamo interrotto la didattica, le Messe, l’Oratorio… Da un giorno all’altro, abbiamo dato vita alla didattica a distanza per gli studenti della scuola Media. Lentamente siamo ripartiti, adeguandoci scrupolosamente a tutte le linee guida. I confratelli più anziani, ovviamente hanno patito molto il distanziamento forzato. Ricordo la difficoltà in maggio per il Rosario, un po’ virtuale e un po’ in presenza e poi le Messe all’aperto in presenza, le sei settimane di Estate Ragazzi, in forma ridotta, ma sempre molto emozionanti… A settembre abbiamo ripreso l’anno scolastico, ma la seconda ondata pandemica ci ha imposto il ritorno alla didattica online. Purtroppo il virus ha colpito anche la nostra comunità con 7 positività. Fortunata­men­te abbiamo una grande macchina organizzativa che ci ha permesso, attenendoci scrupolosamente ai protocolli sanitari, di proseguire con le attività in presenza. È stato un grande risultato».

Cosa è oggi l’Istituto braidese?

«L’immagine esteriore che meglio ci rappresenta è attribuibile a un suggestivo scatto di Tino Gerbaldo. La fotografia raffigura un grande cortile, uno spazio aperto e ampia multidisciplinarità per poter accogliere tante esigenze. Non mancano spazi comuni importanti, come nel vero spirito di Don Bosco. L’I­stituto Salesiano oggi si presenta con un Cnos Fap all’avanguardia, con classi e laboratori avviati e una Scuola Media che si rinnova costantemente, attenta ai ragazzi e al percorso di studi. A ciò si affianca l’Oratorio frequentato da molti giovani, disponibile per il servizio compiti così come per momenti di svago… La nostra chiesa vuol essere un punto di riferimento per la nostra città di Bra. Questi ultimi anni richiedono alle co­mu­nità una grande prova di forza: il saper accogliere, conoscere e ascoltare, sempre nel pie­no rispetto delle regole anti Covid».

A gennaio avete festeggiato San Giovanni Bosco, il vostro santo e fondatore…

«Sì e lo abbiamo fatto con grande piacere. Abbiamo intervallato i festeggiamenti, con mo­menti di preghiera, riflessione e di giochi, un po’ come nella tradizione di don Bosco. Abbiamo condivisi un momento con gli industriali della metalmeccanica, nell’ambito dell’orientamento scolastico. Momenti come sempre molto sentiti. Mossi dalla speranza, come il messaggio del nostro Rettor Maggiore che pone al centro il tema del futuro per le nuove generazioni».