Nei giorni scorsi, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi, con il commissario dell’Unità di Crisi, Vincenzo Coccolo e il commissario dell’area giuridico-amministrativa, Antonio Rinaudo, hanno illustrato il cronoprogramma aggiornato del piano vaccinazioni alla luce della nuova rimodulazione comunicata in precedenza alla struttura del commissario Arcuri.
«In una situazione complicata, il Piemonte ha saputo sempre compensare le riduzioni di dosi di vaccino dell’ultimo momento e non siamo mai andati in affanno. Il piano è coerente con le disposizioni nazionali comunicate di recente», ha detto il governatore piemontese Alberto Cirio che nel dettaglio ha illustrato le quattro fasi previste a livello nazionale per la campagna di vaccinazione.
Per la “fase 1” vengono utilizzati i vaccini Pfizer e Moderna. La “fase 1/A” riguarda il personale sanitario regionale, ospiti ed operatori delle Rsa; finirà il 21 febbraio.
La “fase 1/B” coinvolge i rappresentanti delle professioni sanitarie e di quelle operanti in ambito sanitario (odontoiatri, farmacisti, veterinari, biologi, chimici, fisici, psicologi, ostetriche, tecnici di radiologia medica, di riabilitazione e prevenzione, informatori scientifici) e finirà il 15 marzo.
La “fase 1/C” riguarderà gli anziani “over 80” al di fuori delle Rsa e inizierà il 21 febbraio con un “V-Day” su tutto il territorio piemontese. I medici di famiglia definiranno l’elenco dei pazienti “over 80” secondo una priorità e caricheranno i dati sulla piattaforma regionale. Le Asl fisseranno gli appuntamenti e li comunicheranno ai pazienti e ai medici di famiglia (tramite sms, mail o lettera). In occasione della prima somministrazione verrà comunicata data e luogo del richiamo. I medici di medicina generale saranno presenti nei centri vaccinali e inoculeranno le dosi. Le persone inabili alla mobilità riceveranno, invece, il vaccino presso il proprio domicilio.
La “fase 2” comprenderà le persone “over 60”, soggetti fragili, personale scolastico ad alta priorità e soggetti a rischio. Anche in questo caso saranno utilizzati i vaccini Pfizer e Moderna e partirà non appena ultimata la “fase1”.
La “fase 3” impiegherà il vaccino AstraZeneca, indicato per gli “under 55”, e riguarderà il personale scolastico, servizi essenziali come forze dell’ordine e forze armate, uffici giudiziari, le carceri, i luoghi di comunità e le persone con pluripatologie moderate. Si è iniziato l’8 febbraio, in particolare con le forze dell’ordine e le forze armate, e poi dal 15 febbraio partirà la raccolta di adesioni da parte del personale scolastico con una piattaforma dedicata.
Per la “fase 4”, che interesserà tutto il resto della popolazione, sarà utilizzato il vaccino AstraZeneca insieme ad altri vaccini e per la partenza si attendono le indicazioni della struttura commissariale.
«Fondamentale», ha ricordato il presidente Cirio, «sarà fin da subito la collaborazione dei medici di famiglia che hanno sottoscritto un accordo con la Regione Piemonte, prima in Italia. Attualmente il nostro territorio sta vaccinando circa 10mila persone al giorno».
Questo, invece, è quanto ha dichiarato l’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi: «Le azioni intraprese sono per abbassare la letalità e limitare la diffusione del coronavirus con le sue numerose varianti. Per le persone con più di 80 anni ogni medico di base determina le priorità sulla base dell’età e dello stato di salute dei vari pazienti e registrerà i dati su una piattaforma apposita. Le aziende sanitarie locali invieranno un sms o una lettera per indicare il luogo della vaccinazione, che non si effettuerà nello studio del medico ma nei centri vaccinali individuati. La logistica della vaccinazione è a cura dell’Asl, che potrà contare anche sui volontari della Protezione Civile e delle Croci. La somministrazione delle dosi di vaccino sarà eseguita dai medici di base che potranno effettuarla sia sui propri pazienti che sui pazienti di altri colleghi.
Se la persona in questione non ha la possibilità di spostarsi verrà presa in carico dall’Asl che manderà a domicilio medico e infermieri, oltre alla Protezione Civile, nel caso di situazioni con problemi di deambulazione attiva.
In media, ha riferito la Regione Piemonte in una nota diffusa nei giorni scorsi, sono 125 i pazienti con più di 80 anni seguiti da ogni medico di famiglia in Piemonte. In tutto sono circa 374mila: oltre 15 mila sono stati già vaccinati all’interno delle Rsa e 358mila attendono la vaccinazione.