Ha avuto un fortissimo riscontro la scorsa puntata di Presa Diretta, programma di approfondimento giornalistico in onda su Rai 3, dedicata al mercato italiano della carne. Il problema affrontato durante l’inchiesta è stato quello dell’importazione di gran parte della carne venduta in Italia da paesi che non garantiscono gli stessi standard qualitativi.
In particolare, è stata messa in discussione la provenienza della carne venduta in Italia e la diffusione di carne importata dal Sud Ameria in tutto il mercato nazionale.
In questo contesto molto delicato, Coalvi, il Consorzio di Tutela della Razza Piemontese, è stato tra i protagonisti positivi della puntata, con la testimonianza a più voci di una lavorazione della carne secondo parametri che ne garantiscano e ne preservino la massima qualità lungo tutta la filiera, dal produttore al consumatore.
Il Consorzio è stato a lungo interpellato all’interno del servizio, come parametro per capire quanto costerebbe utilizzare un prodotto di qualità come la carne di Fassone piemontese, anziché importarla dal Sud America.
I nostri allevatori sono stati portati ad esempio di allevamenti non intensivi, con una media di 40 capi ciascuno e una conduzione generalmente tradizionale e familiare. Animali con un’alimentazione sana e naturale, con un’attenzione al benessere animale che va oltre gli standard imposti dall’Unione Europea. E in più, un sistema di tracciabilità della carne con informazioni che la seguono in tutte le fasi della filiera, dalla produzione alla lavorazione e fino al banco della macelleria. “Il cliente riesce così a capire quello che mette in tavola”, spiega uno dei macellai del Coalvi intervistato nel servizio. Questi gli elementi evidenziati da Presa Diretta per spiegare l’alternativa di mercato rappresentata da realtà come quelle del Coalvi.
cs