La “coraggiosa” presa di posizione del presidente del Parco delle Alpi Cozie, Mauro Deidier, che contesta duramente il progetto Wolfalps e invoca il contenimento del lupo, torna a dare slancio alle istanze che da anni gli allevatori di montagna e la Cia sostengono con forza in ogni sede, ma che puntualmente sembrano sprofondare nelle paludi della politica e dei salotti mediatici metropolitani, senza approdare a risultati apprezzabili sul piano pratico.
«Per la prima volta – osserva il presidente di Cia Agricoltori delle Alpi, Stefano Rossotto – siamo di fronte a un presidente di Parco che pone il problema del lupo tenendo conto della fondamentale presenza dei pastori sul territorio. In questi anni, gli allevatori di montagna hanno dovuto subire discorsi e interventi a senso unico. Nessuno, a livello politico, sembra essere in grado di mettere in discussione il lupo, che è protetto ad ogni costo, anche quando la sua presenza mette palesemente in pericolo quella dell’uomo, cioè del pastore che non può più difendere i suoi capi dalle predazioni ormai fuori controllo. Il lupo sembra essere diventato il perno dell’ecosistema, ma non è cosi, e chi vive e lavora in montagna lo sa bene. E’ chiaro che nessun ecosistema è sostenibile, se costringe a venir meno la presenza dell’uomo».
Nella sua lunga e dettagliata lettera al direttore del Parco delle Alpi Marittime, capofila del Progetto Wolfalps, Deidier giudica “eccessive le forze ed anche le risorse economiche (20 milioni di euro, ndr)” messe in campo nelle due fasi del Progetto, “a cui si aggiungono ulteriori rilevanti costi indiretti sostenuti dai molteplici enti partner”, evidenziando, in particolare, “una sproporzione rilevante fra risorse dedicate a costi di progetto, studi con moltissime consulenze professionali che riempiono decine di pagine, rispetto a quelle messe in campo per il sostegno effettivo alle attività pastorali”.
«Restando comunque in un’ottica di tutela del predatore da ogni possibile rischio di estinzione – scrive Deidier -, sono però convinto che occorrerà che Stato e Regione si pongano a breve il problema di analizzare la situazione ed attivare tutti gli interventi possibili per assicurare una gestione numerica sostenibile del predatore, ad iniziare dalle aree in cui si determinano i maggiori conflitti dovuti ai danni al sistema pastorale».
Il presidente del Parco delle Alpi Cozie cita l’esempio della Francia, dove “l’esperienza di contenimento è attuata da un paio di anni, semplicemente applicando “le deroghe previste dalla direttiva habitat”.
«Sono anni – sottolinea il presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini – che la nostra Organizzazione si batte perché si passi dalla logica della tutela a quella della gestione del lupo sul territorio. Non vogliamo che si estinguano i lupi, tantomeno che la tutela incondizionata dei lupi conduca all’estinzione dei pastori. La coabitazione è possibile, ma va gestita, contenendo la presenza dei predatori laddove è necessario, proprio per mantenere in equilibrio l’ecosistema. Lo abbiamo fin qui sempre sostenuto con forza e in ogni sede, coinvolgendo politici regionali, nazionali e europei, amministratori locali, tecnici e allevatori. Tre anni fa, il nostro convegno a Fenestrelle ebbe molto seguito. Adesso, insieme al presidente del Parco delle Alpi Cozie torniamo a richiamare l’attenzione sullo stesso problema, offrendo il nostro appoggio a tutte le iniziative che andranno nella direzione di garantire la vivibilità dell’ambiente da parte di tutti».
c.s.