Una “protesta in accappatoio”: sarà innescata domani, giovedì 18 febbraio, a Canale. In una forma di prima manifestazione di protesta a favore della riapertura delle “spa” e dei Centri Benessere con piscine e centri sportivi.
Idee, intenzioni e “casus belli” portano la firma del dottor Davide Nerattini: responsabile della Spa Roero Relax Resort che ha sede proprio nella capitale del pesco. E che alle 9.30, in ciabatte ed accappatoio, costume e telo, effettuerà un sit-in chiedendo un incontro al sindaco Enrico Faccenda, per valutare tutti i passi da effettuare evitando così la morte di un piccolo settore non colpevole ed abbandonato a se stesso.
Il primo cittadino ha già manifestato la buona volontà di aprire le porte del municipio ed effettuare un incontro con il medico che ha lanciato questa singolare forma di discesa in campo. Ed è lo stesso Nerattini che ne spiega le ragioni: «Ribadendo la necessità di riaprire con la massima sicurezza, cosa già effettuata dopo le chiusure della scorsa primavera, le strutture relax, piscine e impiantistica sportiva in genere sono allo stremo e rispettando le regole degli ultimi Dpc, vogliono e devono riaprire».
Da addetto ai lavori in materia sanitaria, il dottore canalese offre prove: «Non esiste alcuna pubblicazione scientifica dove sia stato dimostrato e nemmeno ipotizzato la trasmissione del virus in una sauna o bagno turco, trasmissione impossibile rispettando anche le linee guida dell’ultimo Dpcm ed il costante distanziamento interpersonale».
Si tratta di certo di un grido d’allarme concreto, per un settore sempre più rilevante in un Paese -e in un territorio- in cui accoglienza, benessere, integrazione all’offerta turistica e professionalità sono espressioni di investimenti e di capacità provate: ma per cui pare non si veda ancora la fine del tunnel in cui tutti siamo incappati ormai un anno fa: «Purtroppo nel futuro prossimo si dovrà convivere ancora per alcuni mesi con il virus ma non per questo alcune attività, senza nessuna colpa e nemmeno lontana ipotesi di divulgazione del virus stesso, devono rimanere chiuse facendole fallire».
Anche perché con la pandemia, ormai, si è già iniziato a convivere anche a livello di forma mentis: ed è possibile attivare procedure sicure che permettano di ricominciare a lavorare.
Questo, seguendo un sentimento ormai sempre più comune: e anche secondo i pensieri di Nerattini: «Gli ospiti dei nostri centri vengono per rilassarsi e mantengono tutte le regole ed i distanziamenti di base per la propria sicurezza e quella degli altri ospiti. Da molti mesi è automatico il distanziamento interpersonale con persone che non si conoscono e con l’uso in forma privata della sauna o bagno turco quale tipo di rischio si può intercorrere?».
Interrogativi legittimi: ma anche dati e cifre alla mano: «Dalla riapertura di inizio giugno, con un tracciamento maniacale di tutti gli ospiti, non c’è stata alcuna segnalazione da parte degli organismi competenti di problematiche di alcun genere. I ristori regolarmente giunti sono stati pari al 3,2% del fatturato a fronte di oltre 7 mesi di chiusura forzata. Ma chi riesce a vivere e mantenere strutture costose come piscine, idromassaggi, saune, bagno a vapore, docce emozionali, Kneipp e molto altro rimanendo chiusi per oltre sette mesi?».
Paolo Destefanis