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Allo studio novità per la ferrovia Saluzzo-Savigliano

Lagnasco, Saluzzo, Savigliano, Alstom, Granda Bus e Politecnico insieme per un progetto innovativo sulla tratta sospesa

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Studiare modalità innovative e sostenibili per sfruttare la tratta ferroviaria “Saluzzo-Savi­gliano” senza compromettere il passaggio dei convogli.
È l’obiettivo del progetto che stanno avviando i Comuni di Lagnasco, Saluzzo e Savigliano insieme all’Alstom ferroviaria (che ha lo stabilimento proprio a Savigliano), al consorzio “Granda bus” e al Politecnico di Torino.
L’iniziativa è in fase di candidatura per il bando della Regione Piemonte sul “Piano regionale della sicurezza stradale 2020” che prevede finanziamenti fino a 10 mila euro per “indagini preliminari per il recupero del sedime ferroviario in disuso a favore della realizzazione di piste ciclabili o altre forme di mobilità”.
Dal Municipio di Saluzzo spiegano gli obiettivi: «Esplorare la fattibilità tecnico-economica di un diverso utilizzo delle linee ferroviarie, senza comprometterne in modo irreversibile un futuro riutilizzo per la circolazione dei treni».
Come noto, dalla scorsa primavera la linea dei treni tra Saluzzo e Savigliano è sospesa. Per la Regione il numero di passeggeri, anche a causa del Covid e del conseguente “smart working”, non giustifica dal punto di vista della sostenibilità economica del servizio l’utilizzo dei convogli ferroviari, sostituiti così dai bus con tempi di percorrenza più lunghi e aumento del traffico veicolare sull’ex statale. Era stata già sospesa nel 2012, insieme ad altre 11 in tutto il Piemonte, e poi riattivata a gennaio 2019.
Per i mezzi pubblici, gli enti dello Stato come le Regioni, che gestiscono i trasporti, utilizzano dei parametri economici come il costo del servizio a chilometro. Quello per i treni è più alto di quello dei bus. Così, i tre Co­muni della linea e gli altri “partner” del progetto hanno deciso di approfondire l’ipotesi che prevede l’uso di mezzi ecosostenibili e innovativi, come ad esempio il “tram-treno” oppure il bus con motorizzazioni diverse da quelle esistenti, da far girare sul sedime ferroviario, cioè sui binari, opportunamente riadattato e pavimentato con materiali idonei (anche in questo caso esistono soluzioni innovative). Diventerebbe, dunque, una tratta “promiscua” dove potrebbero circolare i treni e altri tipi di mezzi, anche su gomma. Le nuove navette effettuerebbero soste anche a Lagnasco.
«Il nostro», dice Roberto Dalmazzo, sindaco di Lagnasco, «potrebbe diventare un esperimento modello di uso complementare di spazi inizialmente monouso con l’utilizzo di mezzi a basse emissioni inquinanti, così da accedere anche a fondi e finanziamenti europei, perché siamo in linea con il “Green deal” e con altre linee programmatiche della stessa Unione Europea. Questa modalità operativa, infatti, potrebbe essere poi esportata su tutte le cosiddette linee minori in Italia o su tutte le tratte sospese negli ultimi anni nelle varie regioni. Il massimo. per noi. sarebbe far sì che il nuovo servizio facesse una fermata in centro per poi proseguire in direzione Sa­luzzo-Savigliano».
«Per il Comune di Savigliano», spiega l’assessore Paolo Tesio, «è una priorità migliorare e allargare la rete di trasporti pubblici che interessa la nostra città e tutto il circondario. Affrontare questi temi insieme alle aziende “leader” del settore, che hanno sede in città e in zona, significa utilizzare al meglio i saperi che esprime il territorio».
«Come ho già avuto modo di sostenere», evidenzia il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni, «il collegamento con Sa­vi­gliano rappresenta una priorità per Saluzzo e per tutto l’ampio bacino delle Terre del Monviso, da un punto di vista economico e per le attività produttive e anche per lo sviluppo turistico su cui tanto stiamo lavorando. Inno­vare e sperimentare anche per i trasporti pubblici locali è una necessità in questo mo­mento storico tanto delicato e in cui si aprono anche prospettive nuove».
«Alstom», dichiara il direttore dello stabilimento saviglianese Davide Viale, «da sempre vicina alle iniziative del territorio, metterà a disposizione il suo “know-how”, tanto nel settore infrastrutture, quanto in quello della mobilità, con soluzioni sempre più innovative e sostenibili. In questa direzione si muove l’accordo firmato negli scorsi mesi con Ferrovie Nord relativamente ai nuovi treni regionali ad idrogeno il cui sviluppo e produzione avverranno proprio qui nello stabilimento di Savigliano. Questi nuovi treni a idrogeno, primi a entrare in servizio commerciale in Italia entro la fine del 2023, sostituiranno i mezzi diesel, oggi circolanti sulle linee ferroviarie non elettrificate, garantendo le medesime prestazioni operative ed eliminando le emissioni inquinanti».
«Da tempo portiamo avanti iniziative», aggiunge Enrico Gal­leano, amministratore delegato di Bus Company, capofila di Granda Bus, «per svolgere un servizio sempre più innovativo e “smart”, come ad esempio il biglietto elettronico Bip. Ora confrontarsi su soluzioni nuove, magari già adottate in altri Stati in Europa e nel mondo, va senz’altro in questa direzione».
«Da alcuni anni le reti di trasporto si vanno via via organizzando in una logica gerarchica», chiarisce il docente del Poli­tecnico Bruno Dalla Chiara, «non più prevalentemente im­postate at­torno all’auto, come nel secolo scorso, auto che comunque rimane elemento legante: è chiaro oggi il ruolo delle linee ferroviarie ad alta velocità, dell’Sfm- Sistema Ferroviario Metropo­litano in Piemonte, della micro-mobilità, ma occorre capire il ruolo di tratte ferroviarie meno utilizzate, che alcuni vorrebbero riconvertire a piste ciclabili, altri a soluzioni innovative e al passo con i tempi, come quelle oggetto di questo progetto. Una comparazione tecnico-scientifica, ma anche pratica, potrà permettere di scegliere la soluzione più adatta sotto gli aspetti tecnici, economici, di reale fattibilità, valorizzando l’innovazione a favore del territorio, magari proprio per poter essere replicata altrove».
I “partner” dell’iniziativa, che si sono già ritrovati ad un tavolo di discussione che si riunirà periodicamente, intendono portare avanti il dossier anche in caso di mancato finanziamento regionale. Il Comune di Saluzzo, in particolare, ha già stanziato 2.500 euro per cofinanziare la progettazione.