Prestigioso incarico sotto la Mole per l’albese Paolo Zoccola, commercialista e revisore legale che, nei giorni scorsi, è stato riconfermato, per il prossimo triennio, nel ruolo di presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Città di Torino. Noi della Rivista IDEA lo abbiamo intervistato.
Presidente Zoccola, qual è il compito del Collegio dei Revisori dei Conti in seno a un comune?
«Il Collegio di Revisione svolge funzioni di collaborazione con il Consiglio Comunale secondo le disposizioni dello statuto e del regolamento, rilascia pareri in materia di strumenti di programmazione economico-finanziaria e sulla proposta di bilancio; verifica gli equilibri e le variazioni di bilancio, per la modalità di gestione di servizi e proposte di costituzione o di partecipazione presso organismi esterni, per il ricorso all’indebitamento, per il riconoscimento di debiti fuori bilancio e transazioni, per la redazione del regolamento di contabilità, economato-provveditorato, patrimonio e applicazione di tributi locali».
Insomma, avete funzioni sia consultive sia di controllo.
«Sì, anche perché tra i compiti ci sono quelli di: vigilare sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione relativamente all’acquisizione delle entrate e all’effettuazione delle spese, all’attività contrattuale e all’amministrazione dei beni; vigilare sulla tenuta della contabilità e sugli adempimenti fiscali; ci occupiamo, poi, di predisporre la relazione sulla proposta di deliberazione consiliare di approvazione del rendiconto di gestione e delle verifiche trimestrali di cassa, oltre che di altri adempimenti previsti dalle leggi vigenti in materia».
È un ruolo di grande responsabilità il suo…
«È un incarico impegnativo e delicato per la complessità della funzione, ma altamente gratificante da un punto di vista professionale e a oggi, dopo tre anni di esperienza, posso affermare che è gratificante anche dal punto di vista umano per la sinergia e reciproca stima creatasi con gli uffici comunali della Città di Torino».
La conferma per un nuovo triennio attesta quanto affermava prima, ovvero che tra i funzionari torinesi c’è stima nei suoi confronti.
«La riconferma con un largo consenso ripaga dell’impegno profuso; mi gratifica l’apprezzamento, per il lavoro svolto, da parte di tutte le forze politiche al governo del capoluogo piemontese, sia di maggioranza sia di opposizione».
A livello di “numeri”, quali risultati sono stati raggiunti nel corso del suo primo mandato?
«Nel triennio trascorso, il Comune ha visto una riduzione dell’indebitamento e della spesa corrente, oltre a una riorganizzazione degli uffici».
Quali misure hanno inciso maggiormente?
«Per la riduzione dell’indebitamento sono risultati particolarmente efficaci: la ricontrattazione dei mutui in essere, azione che ha assicurato una riduzione degli interessi passivi gravanti sull’Ente; il rinnovo dell’affidamento del servizio di tesoreria, con benefici, anche in questo caso, sull’entità degli interessi passivi; la riduzione del personale dipendente, con la conseguente riorganizzazione degli uffici, continuando tuttavia ad assicurare servizi di buon livello a favore dei cittadini; l’ottimizzazione della gestione della spesa corrente tramite la revisione di diversi “capitoli”; il ricorso minimo a nuovi mutui, eccezion fatta per le manutenzioni urgenti e, in generale, per le attività straordinarie, specie quelle che riguardano l’incolumità pubblica».
Guardando al futuro, quali sono le priorità contabili che guidano l’attività del Comune di Torino?
«Le azioni messe in atto nell’ultimo triennio sono state concordate con la Corte dei Conti del Piemonte tramite un piano scaduto nell’ottobre del 2020. Per proseguire questo percorso di risanamento sarà importante dotarsi di un piano di interventi aggiornato, che tenga conto delle problematiche che l’emergenza sanitaria ha determinato e del fatto che, salvo proroghe, andrà in scadenza l’attuale Amministrazione Comunale. In generale, ritengo sia opportuno continuare a ottimizzare la struttura organizzativa del Comune per poter ottenere risparmi sulla spesa corrente. Tutto ciò senza mai perdere di vista le necessità dei cittadini, che devono poter usufruire di servizi di livello».