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Un quadro di San Sebastiano rinasce grazie a “Belmonteu”

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C’è un San Se­bastiano che ri­­­vive, tra le colline della sinistra Tanaro, a Monteu Roe­ro. Il restauro del quadro (foto sotto) che raffigura il martire trafitto dalle frecce è terminato nei giorni scorsi; frutto di un lavoro certosino eseguito da ditte specializzate e con fondi propri dell’associazione Bel Monteu, la quale, sotto la guida del suo “leader” Mario Novarino, ha donato il giusto valore e l’importanza all’o­pera deposta un tempo presso l’omonima cappella (foto sopra) all’ingresso ovest del centro storico. Sparito, per un certo tempo, dopo che Bel Monteu aveva deciso di prendersi cura della piccola chiesa, constatando l’assenza di ciò che dovevano essere i suoi decori pittorici. Venne fuori, allora, come il parroco don Gallesio lo avesse offerto al “collega” albese don Raffaele Donato e che questi lo custodisse sopra il suo letto, presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Alba. Contattato tramite la Curia, il sacerdote si mostrò pronto comunque a restituire la pittura e a far partire l’intervento di restauro. «Purtroppo, altri oggetti come candelabri, croci, marmi eccetera sono spariti nell’epoca in cui la cappella di San Sebastiano era utilizzata da magazzino e deposito», dice No­varino. «Il restauro», aggiunge il presidente, «è stato realizzato eseguendo le opportune indicazioni del funzionario della Soprin­tendenza dei Beni Artistici, Pao­la Nicita ap­plicando le norme deontologiche idonee a ogni pro­ce­di­men­to. La pulitura del­l’opera ha ridato unità di lettura alla tela eliminando lo strato di sporco che ne ottenebrava i colori e ne offuscava la luminosità». Il restauro è stato dunque un nuovo “dono” per chi vive il pae­se, e chi lo visita: occorre co­glierne l’importanza, anche in nome delle tante dispute che si sono rincorse nei secoli attorno alla medesima chiesa di San Sebastiano, la quale fu confraternita, ospedale all’epoca della pestilenza che colse Monteu, le vicine Ceresole d’Alba e Baldissero d’Alba; fat­ti che sono figli del lavoro di ricerca compiuto in passato dal Bergadani, massimo storico monteacutese, cui il Comune dedicò a suo tempo anche una piazza. Storia e storie che emergono in questo restauro pittorico ora compiuto, e in quello strutturale che ne verrà.