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Una seconda vita cinematografica per Scamarcio

L’attore pugliese ha scritto, prodotto e interpretato “L’ultimo Paradiso”, film per Netflix che è già in testa alle classifiche

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Un film per la piattaforma Netflix, da lui stesso scritto, prodotto e in­ter­pretato, ha riportato in pri­mo piano Riccardo Sca­mar­cio. Ispirato a una storia vera, “L’ultimo Paradiso” è un racconto cupo, ambientato nella Puglia degli anni ’50 arcaica e povera, dove la terra rappresenta la ricchezza e il potere, chi la possiede sfrutta i contadini e comanda su tutti. Atmosfere già viste e vissute, purtroppo spesso rimaste immutate ai giorni nostri. Scamarcio interpreta Ciccio, contadino “sciupafemmine” e sognatore, deciso a cambiare il mondo e quindi a mettersi contro i potenti. L’uomo ha una relazione segreta con Bianca, la figlia di “cum­pà” Schettino, proprietario terriero vicino alla mafia che sfrutta da anni i suoi lavoratori. Quando scopre la storia tra la figlia e Ciccio, il dramma si compie.
Scamarcio spiega di aver ritrovato in questo racconto «la lotta di classe e le dinamiche tipiche di chi scappa avendo nostalgia delle proprie radici». Un tema ricorrente e mai d’attualità come ai giorni nostri. «L’Italia», spiega l’attore, «è un paese che ha portato immigrazione in tutto il mondo, almeno sessanta milioni di italiani vivono all’estero». Ecco perché, no­no­stante la for­te connotazione ter­ritoriale, questo film potrebbe avere un “appeal” anche fuori dai confini. Sca­mar­cio è attore in­ternazionale e punta su queste le­ve. «Inoltre, nel film ci sono personaggi tridimensionali, non i soliti buoni o cattivi. E le atmosfere sono quelle che ho vissuto da bambino. In fondo, è come se non fossi mai andato via dalla Puglia». Il film, uscito il 5 febbraio, ha già scalato tutte le classifiche superando anche mega-produzioni come le serie di successo “Lupin” e “Bridger­ton”. La regia è di Riccardo Ricciardulli, nel “cast” anche Gaia Bermani Amaral e Valentina Cervi.
Il film che ha dato invece la notorietà a Scamarcio è “Tre metri sopra il cielo”, del 2004, tratto dall’omonimo romanzo di Federico Moccia. Da quel momento l’artista di Andria (nato a Trani) divenne un “sex symbol” e un attore tra i più richiesti. Nel successivo film “Texas” incontrò Valeria Golino che sarebbe stata la sua compagna per una decina d’anni. Da lì in poi è una crescita continua tra film di successo come “Romanzo criminale” di Michele Pla­ci­do, “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek, fino al recente ritorno nel cinema internazionale con la partecipazione al seguito di “John Wick” nei panni di un boss della camorra. L’immagine da bel tenebroso gli vale infatti quasi sempre ruoli da criminale o, comunque, di personaggi misteriosi. Come sceneggiatore, prima di firmare “L’ultimo Paradiso” aveva realizzato “Gli infedeli”, sempre su Netflix e sempre con un ruolo da protagonista. Sono dieci anni che si occupa anche della produzione cinematografica.
«Ormai sono “âgé”, sono certo che le ragazzine di oggi troveranno altri idoli», ha detto ri­spondendo a chi gli chiedeva del suo rapporto con le tante ammiratrici che sempre lo han­no accompagnato nel corso della carriera. I suoi ultimi lavori dimostrano il suo ingresso in una fase più matura sia a livello professionale che personale. Nel luglio scorso Scamarcio è diventato padre: ha avuto una bambina (Emily) da Angharad Wood, la manager inglese 47enne in cui molti hanno notato una forte somiglianza con l’ex Valeria Golino. «Ho scoperto», ha detto l’attore, «che avere un figlio rappresenta un amore ancestrale, non ti prevede, va oltre la tua individualità». Il tema della paternità lo aveva trattato giusto nell’ultimo film uscito prima della pandemia, “Ladro di giorni”. La sua relazione con la Wood è rimasta per lungo tempo segreta e non ci sono foto ufficiali della coppia, solo immagini rubate. Anche le frasi strappate in occasione della presentazione del film per Netflix rappresentano un’eccezione. Una figlia vale que­sto e altro.