L’esperienza dell’emergenza Covid della scorsa estate ha dimostrato che, con un’adeguata formazione e semplificazione, l’agricoltura può offrire agli italiani in difficoltà almeno 200.000 posti di lavoro che in passato erano affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali che ogni anno attraversavano le frontiere per poi tornare nel proprio Paese. È quanto sostiene Coldiretti Cuneo e quanto ha dichiarato il Presidente nazionale Ettore Prandini nell’incontro con il Ministro del Lavoro Andrea Orlando.
“Con i limiti al passaggio nelle frontiere per l’avanzare dei contagi – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – anche quest’anno si registrano difficoltà per l’arrivo in Italia di lavoratori stranieri con il rischio concreto della perdita dei raccolti in un momento in cui è importante assicurare l’approvvigionamento alimentare anche per le difficoltà degli scambi commerciali. Per questo è necessario, in vista della prossima stagione ortofrutticola, puntare alla riduzione del costo del lavoro e alla semplificazione dei voucher per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di lavorare nelle campagne in un momento in cui tanti sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”.
“Nella Granda – osserva Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – la raccolta dell’ortofrutta vede coinvolte oltre 4.000 aziende agricole che necessitano più di 10.000 lavoratori. Guardando poi oltre ci sarà la medesima necessità per la vendemmia durante la quale, negli scorsi anni, oltre 1.800 aziende vitivinicole cuneesi hanno atteso l’attivazione della procedura per generare circa 4.000 posti di lavoro proprio durante la raccolta dell’uva. Un’opportunità, quella del lavoro stagionale, che deve essere quindi accompagnata da un piano per la formazione professionale”.
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c.s.