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«Draghi non sia ostaggio dei partiti»

Il deputato monregalese Enrico Costa descrive i primi giorni del nuovo governo e racconta l’impegno per la crescita di Azione

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Con la testa a Ro­ma e il cuore in provincia di Cu­neo. Può essere de­scrit­­to così lo stato d’animo che ha vissuto, specialmente in questi giorni, il deputato mon­regalese Enri­co Costa. Con­­­centrato, a Mon­­­tecitorio, nel dibattito sul­la fiducia al nuo­vo premier Draghi, l’ex Mi­nistro per gli Affari Regio­nali dei Governi Gentiloni e Renzi non ha perso di vista le priorità della Granda e, in particolare, quelle di amministratori e imprenditori locali alle prese con le pesanti conseguenze determinate dal perdurare della pandemia da Covid. Priorità che molti di questi amministratori hanno scelto di condividere con Co­sta entrando a far parte proprio del “suo” partito, Azione, il movimento fondato da Carlo Ca­lenda e di cui il parlamentare piemontese è uno dei referenti a livello nazionale.

Onorevole Costa, come le è parso il premier Mario Draghi all’esordio?
«Ho visto una persona di grande autorevolezza. Di fronte al Parlamento, si è comportato in maniera molto spontanea, e­sprimendo un ragionamento estremamente genuino».
Insomma, è filato “tutto liscio”. Speriamo sia di buon auspicio…
«Sì, anche perché l’impegno che lo attende è notevole. È infatti sostenuto da una maggioranza di cui se ne sono dette di tutti i colori».

Ciò cosa determinerà?
«Il Premier ha impostato il proprio lavoro basandosi, giustamente, sulla necessità di gestire e superare la situazione di emergenza. Nella maggioranza, invece, permangono ruggini di vecchie “bandiere”, che però non devono in alcun modo prevalere. Ciascu­no deve abbandonare le proprie posizioni di partenza».

A chi si riferisce in particolare?

«A quei partiti che potrebbero volere “sganciarsi” e “correre” da soli. Sarebbero delle autentiche zavorre. Il nostro compito è evitare che queste situazioni si verifichino e mettere Draghi al riparo dalle bizze dei partiti».
Dove colloca Renzi, alla luce della crisi di governo che ha innescato?
«Renzi è una persona capace, ha esperienza politica e dinamismo. Con la sua azione, di fatto, si è arrivati al Governo Draghi. La gente non gli riconosce questo risultato principalmente perché si è mosso un po’ a “zig-zag”, senza mostrare all’esterno una linea netta. Così facendo, molti hanno pensato che fosse alla ricerca di poltrone, ma non era così».

Come valuta, invece, la nuova squadra di governo?
«È una squadra che paga il prezzo dell’ampio consenso parlamentare, nel senso che Draghi, per contare su una maggioranza del genere, ha dovuto fare scelte che non sempre sono ricadute sui migliori. Ciò mi dispiace, ma era quasi inevitabile. Ora auspico che Draghi privilegi le migliori correnti di pensiero, rigettando invece le peggiori correnti di partito».

A proposito di partiti, Azione che obiettivo si pone?
«Pensiamo al bene del Paese e lavoriamo alla creazione di un’area di consenso al centro».

Moderata?
«La definirei, piuttosto, riformatrice, coraggiosa e indipendente da tutte le dinamiche di coalizione che potrebbero indebolirla».

Lei si sta muovendo molto anche fuori dal Parlamento per fare crescere il partito. Nel Cuneese le adesioni sono significative.

«Si è creato un gruppo di Azio­ne in ciascuna delle “sette so­relle”. C’è anche un coordinamento provinciale, che conta una sessantina di persone, e presto presenteremo i “dipartimenti tematici”. Aderiscono, tra i tanti, amministratori locali, imprenditori e tanti giovani, segno che Calenda, con i suoi princìpi e la sua politica fatta di proposte, piace anche alle nuove generazioni».

Quali aspetti di Azione convincono i più giovani?

«Competenza, studio e approfondimento. Siamo convinti del fatto che il principio del­l’“uno vale uno” non porti da nessuna parte. Occorre, al contrario, premiare il merito. In parallelo, è indispensabile ab­bandonare le ideologie per pun­tare su ragionamento e pragmatismo, qualità che ultimamente sono mancate alla politica».

Quali sono, invece, le istanze degli amministratori locali?
«Gli amministratori della provincia di Cuneo hanno il grande problema di essere lasciati da soli: devono fare i conti con la carenza di segretari comunali, risorse e infrastrutture; sono costretti, di fronte ai cittadini, ad assumersi responsabilità che, in realtà, sarebbero dello Stato».

E Azione è al loro fianco?
«Sì, li ascoltiamo, li supportiamo e facciamo in modo che si confrontino vicendevolmente. L’o­biettivo è creare una grande squa­dra coesa».