«In un episodio di “Lux and tech” Joseph Pine, autore nel 1998 del saggio “The experience economy”» spiega Pignataro, «racconta come già allora i consumatori attribuissero all’esperienza più valore rispetto a merci e servizi. Oggi non si pubblicizza più il prodotto, ma la vita che si vivrà con quell’automobile o la qualità con cui catturare i momenti della propria vita con l’ultimo smartphone. Troppe aziende non hanno ancora compreso questo concetto e pensano ancora in termini produttivi, mentre il “focus” devono essere le sensazioni esatte che si vogliono regalare al proprio cliente. Anche nelle Langhe spesso manca ancora questa consapevolezza». E poi prosegue: «Bisogna domandarsi: quali emozioni voglio che il mio ospite viva? E la risposta deve essere presente ovunque: dalla voce che mi risponde al telefono fino al carattere in cui sono scritti i menù. Dall’intuire i desideri oltre le parole dette, fino alla flessibilità in cucina. Fondamentali poi sono i “feedback” negativi, indispensabili per migliorare. Lo scopo è rendere il cliente desideroso di rivivere quei momenti ancora».