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«Per noi sarà un vero e proprio reinizio»

Così la presidente Toselli, tra momento attuale e scenari futuri per sale da ballo e locali notturni

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Da un punto di vi­sta economico è dif­ficile fare una classifica delle ca­te­go­rie più penalizzate dalla pandemia, ma di certo quella dei locali notturni e delle sale da ballo compete per una posizione di vertice. Proprio per confrontarsi sulle prospettive di un settore particolarmente colpito, lo scorso 22 febbraio è stata organizzata da Silb-Fipe-Con­f­com­mercio Imprese per l’Italia, la giornata “#musicafutura”, un evento in cui si è parlato di questi dodici mesi trascorsi senza la forza aggregante della musica, un anno sul quale riflettere e trovare spunti per una ripartenza in piena sicurezza. Un’iniziativa a carattere nazionale che ha trovato pieno appoggio da Confcommercio-Im­prese per l’Italia di Cuneo, come dimostrano le parole del suo presidente, Luca Chiapella: «Siamo al fianco delle discoteche, dei locali da ballo, del mondo dell’intrattenimento, divertimento, del­la musica e dello spettacolo, ai quali da troppo tempo è impedito di poter lavorare e svolgere la loro importante funzione sociale ed economica; troppe famiglie sono alla fame senza gli opportuni ristori».

Del momento attuale e degli scenari futuri abbiamo parlato con Federica Toselli, presidente del Sin­dacato Discoteche e Locali da Ballo Silb-Fipe-Confcom­mercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cu­neo, nonché componente del Con­­si­glio e della Giunta Na­zionale.

Presidente Toselli, non paiono esserci grandi chiari di luna all’orizzonte per voi. È così?
«La speranza è che nel momento in cui il Governo e la situazione della pandemia consentiranno le riaperture, tutti possano ri­partire. Intanto noi stiamo la­vorando sulla ridiscussione di sicurezza e capienze, comunicazione di strategia per le riaperture, dialogo continuo con la Siae, trattative sui contratti dei lavoratori e con il Governo per i ristori». 

Di fatto siete chiusi da un anno, senza poter attivare modalità alternative, come l’asporto o il “delivery” per la ristorazione…
«Non abbiamo mai riaperto, se non per un breve periodo in estate, in virtù del quale poi ci è stata accollata la responsabilità della ripresa della circolazione del virus, anche se gli assembramenti nei nostri locali non erano molto diversi da quelli sulle spiagge o in altre situazioni. Queste accuse che ci sono state mosse dipendono forse dal fatto che per molti i locali notturni sono legati a un’idea di trasgressione, invece dietro a queste attività ci sono imprenditori seri che si sono dati da fare per consentire ai giovani di avere un contenitore per l’intrattenimento e lo svago, anche contro il disagio».

Pensa che ci sarà un alto tasso di mortalità imprenditoriale nel vostro settore?

«Difficile dire quanti locali potranno davvero riaprire. Le strutture utilizzate per sale da ballo e locali notturni sono molto spaziose e hanno canoni di locazione piuttosto alti, che non sono scomparsi in questi mesi di chiusura. Al momento, abbiamo ottenuto lo spostamento del pagamento di alcuni contributi previdenziali e la cancaellazione della seconda rata dell’Imu».

Per quanto concerne i ristori?

«Sono arrivati i fondi stabiliti con i primi ristori, ma la base di calcolo per la categoria è stata fatta paragonando aprile 2019 ad aprile 2020, È un mese poco significativo sia per i locali invernali che estivi. Tra i ristori “quinter”, approvati dal precedente Go­verno e di cui si dovrà occupare l’attuale, i fondi saranno stanziati su base annuale. A questo, va detto, si aggiungono i fondi della Regione Pie­monte. Grazie anche al presidente Cirio, che ringrazio, il Bo­nus Piemonte è stato allargato a diversi codici Ateco, tra cui le sale da ballo, a cui sono arrivati 2.500 euro, mentre per il 2021 è previsto un altro bonus che deve ancora esser quantificato».

Che scenario ci sarà, quando potrete riaprire?

«Per noi, più che un ripartire, sarà un ricominciare a tutti gli effetti. In oltre un anno cambiano le abitudini delle persone. ci sarà una fascia di giovanissimi, tra i 16 e 18 anni che non avranno mai provato l’esperienza della discoteca, una parte di coloro i quali frequentava i nostri locali si saranno indirizzati altrove, ma­gari verso i social o svaghi televisivi. Bisognerà riabituare il popola della notte a riavvicinarsi ai locali, che non potranno più limitarsi al ballo, ma dovranno essere anche luogo di ristorazione e d’incontro, cocktail bar…».