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«Ricordati di coltivare l’ironia, anche solo per uso personale»

“Anti-Design” è l’ultima monografia a lui dedicata che racconta il suo personalissimo “metodo”

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Non ci si può attendere che un libro su Gianni Arnaudo rispecchi i testi tradizionali in materia di architettura e design: non sarebbe coerente con il carattere sovversivo che, secondo la classificazione del Centre Pompidou nella mostra Big Bang, connota l’opera dell’architetto. Un libro diverso già dalla copertina, dove il timbro rosso “Anti-Design” indica la chiave di lettura, dove la forma espressiva privilegiata è la narrazione per immagini, commentate in modo autoironico venato di umorismo, anche quando si riferisce ad opere di grafica e di design che sono parte di collezioni di musei internazionali come il Vitra Design Museum di Basilea, il Centre Pompidou, il Moma di New York,
l’Adam di Bruxelles. Immagini, molte delle quali inedite, a partire da quelle della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, durante i quali per Arnaudo nascono le ragioni di un’architettura e di un design come “progetto critico”, un modo di evidenziare le contraddizioni di una società dedita al potere ed esprimere pensieri su temi quali l’etica nella produzione industriale (la cantina L’Astemia Pentita), il recupero dei segni del territorio (la cantina Terre da Vino, il museo di Capo Verde), il rapporto tra mondo occidentale e orientale (la fabbrica Maina), che sta già influenzando altre architetture, il richiamo all’importanza della natura (lo stabilimento Bertolotto Porte). Le opere di Arnaudo sono in collezioni permanenti di molti musei nel mondo (vedi il tavolo Déjeuner sur l’Arbre, la Colonna di Piatti, il servizio Rha al Centre Pompidou, il tavolo Tea Time all’Adam) e sono occasione per irridere ai luoghi comuni del linguaggio e del pensiero ricorrenti (vedi il Pandoro e il Fizz, ideati per Slide come il Tea Time). È l’ironia, tradotta in modi diversi che
richiamano gli stilemi del Pop (lo “sguardo Zoom”), ma costituiscono solo una parte di un linguaggio dominato da un atteggiamento creativo non ortodosso e provocatorio finalizzato a suscitare riflessioni oltre l’immediata percezione dell’oggetto reale (come con Sua Eminenza, ultima nata per Poltrona Frau)

BaNNER
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