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Sabato i Subsonica in “streaming” con una promessa: «Vi sorprenderemo»

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Niente concerti, nessun evento, piazze inaccessibili, teatri e palazzetti impenetrabili. Significa che il mondo della musica non sa più come andare avanti. L’emergenza sanitaria ha colpito duramente anche questo settore, il primo per numero di presenze e valore della spesa del pubblico. E allora molti operatori e associazioni musicali hanno aderito all’iniziativa “L’ultimo concerto?”, grande evento in “streaming” che sabato prossimo unirà 130 “live club” che da tutta Italia ospiteranno artisti come Elio e Le Storie Tese, Lo Stato Sociale e Manuel Agnelli. Samuel suonerà assieme ai Subsonica dall’Hiroshima Mon Amour di Torino, luogo storico della musica dal vivo. «Che cosa faremo? Posso solo dire che sarà una sorpresa incredibile», ci ha anticipato il “leader” del gruppo.
Appena un mese fa è uscito il secondo disco da solista di Samuel, “Brigata Bianca”. La cura dei suoni e le suggestioni dell’elettronica caratterizzano, come sempre, anche questo album. La particolarità sta nelle collaborazioni, a cui Samuel fa riferimento nella nostra intervista. Artisti della nuova scena italiana, produttori: i suoni si mescolano ma ne esce un’opera sempre riconoscibile. I produttori coinvolti sono nomi dei generi pop, indie e urban: Michele Canova, Dade dei Linea 77, Federico Nardelli, Mace, Venerus, Machweo. Gli artisti esprimono invece stili contrapposti. Colapesce è un cantautore qualificato, Fulminacci un astro emergente nello stesso genere musicale. Ma ci sono anche “rapper” come Ensi e Johnny Marsiglia fino all’altro torinese Willie Peyote che sfugge alle classificazioni. La magia di Samuel sta tutta in questa commistione che non toglie nulla al suo tipico marchio. Ne viene fuori un album che rimanda al passato e sposa il futuro, che in sintesi è un po’ come descrivere la carriera stessa di Samuel e dei Subsonica, capaci di mantenere sempre un suono attuale. Ogni brano rappresenta uno scambio di esperienze e informazioni, un confronto, un mix di pensieri. Qualcosa che è nato nell’isolamento imposto dal Covid ma che al tempo stesso sottolinea l’importanza dei rapporti interpersonali, la necessità di vivere. Un bel segnale per non arrendersi agli ostacoli e per guardare alla prospettiva di un nuovo mondo.