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Alpino contro il covid

Il generale Francesco Paolo Figliuolo nominato dal Premier Draghi nuovo commissario all’emergenza sanitaria: lucano ma legatissimo al Piemonte, vive a Torino e ha scritto nella granda pagine importanti della sua carriera

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Un alto ufficiale al posto di un “manager” per fronteggiare la pandemia: rimosso Domenico Arcuri, il premier Mario Draghi ha nominato commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, generale di corpo d’armata, Comandante logistico dell’Esercito dal 7 novembre 2018. Il primissimo, scontato tratto biografico detta un curioso collegamento con i ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Interno, Luciana Lamorgese: le tre figure occupanti le cariche governative più strettamente chiamate a gestire l’emergenza hanno comuni radici potentine. Figliuolo, nel capoluogo lucano è nato nel 1961, rimanendovi fino all’ingresso in Accademia a Modena, e nel 2016 ha ottenuto la cittadinanza onoraria: ha sempre mantenuto un legame forte con la sua terra, ma ha piantato, negli anni, radici solide anche in Piemonte. Vive a Torino con la moglie Enza e i figli Salvatore, avvocato, e Federico, che ne ha seguito le orme ed è ufficiale negli alpini (gli incarichi a Roma non hanno suggerito un trasloco: si divide tra le due città, raggiungendo la famiglia ogni weekend) e ha scritto pagine importanti della sua carriera nella Granda: ha vissuto le prime esperienze da ufficiale a Saluzzo nel gruppo di Artiglieria Aosta, diventandone nel 1999-2000 comandante nella sede di Fossano e guidando l’unità in missione in Kosovo. Comandante del I Reggimento di artiglieria di Fossano nel 2004-2005, diventa nel 2009 vicecomandante e poi comandante della Brigata Taurinense. Cura inoltre la formazione degli ufficiali presso la Scuola di applicazione di Torino e ricopre funzioni di capo ufficio logistico del comando delle truppe alpine. Tra i suoi titoli di studio, oltre alla laurea in Scienze Politiche ottenuta all’università di Salerno e a quella in Scienze Internazionali e diplomatiche conseguite a Trieste, c’è la laurea in Scienze Strategiche e relativo Master di secondo livello presso l’ateneo torinese. Un legame solido, quello con il Piemonte, che ha resistito a incarichi internazionali e missioni delicatissime all’estero: Figliuolo è stato comandante del contingente nazionale in Afghanistan nel 2004-2005, nell’ambito dell’operazione Isaf volta a sostenere il governo nella lotta ai talebani e a Al-Qaeda e comandante delle forze Nato in Kosovo (2014-2015). E quando in Afghanistan, dieci anni fa, caddero il sergente Massimiliano Ramadù e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, alpini della Taurinense, suoi ragazzi, disse commosso: «Mi hanno strappato due figli». Parole dettate dal cuore, perché Figliuolo sa essere ufficiale ferreo e padre comprensivo, esigente al massimo ma sempre pronto ad ascoltare. Oltre la vita di caserma, ama la lettura e il calcio (è tifosissimo della Juventus) pratica il nuoto e lo sci: anzi, lo sci appartiene anche alla vita di caserma perché è istruttore militare. Da comandante logistico dell’Esercito si è già occupato, fra l’altro, di allestire le aree di isolamento per gli italiani rimpatriati da Wuhan all’alba della pandemia, adesso, dopo essere stato in corsa per il ruolo di Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, è stato scelto come Commissario per l’emergenza Covid-19: «Metterò tutto me stesso e tutto l’impegno possibile per fronteggiare questa pandemia», le sue prime parole. «Lavorerò per la nostra Patria e i nostri connazionali. La nomina è stata un fulmine a ciel sereno. Per me una grande attestazione».
La nomina ha ottenuto consensi trasversali nel mondo politico e istituzionale, suscitando, naturalmente, orgoglio tra la sua gente e nei suoi luoghi: la Basilicata, certo, ma anche il Piemonte.