Quando si pensa ad un calciatore che ha portato il nome della Granda in Serie A e fra i professionisti, il primo pensiero, di solito, va a lui: Enrico Fantini. Il bomber nativo di Beinette è uno dei candidati allo “Sportivo del Ventennio” agli speciali IDEA AWARDS 2000-2020.
Classe 1976, dopo aver vestito i colori gialloblu storici beinettesi, Fantini ha girato l’Italia, portando i suoi gol e le sue giocate fra i professionisti, lasciando spesso il segno.
DA CUNEO ALLA VECCHIA SIGNORA – Il passaggio dalla provincia ai “big” è immediato: a soli 13 anni, infatti, viene notato, nella sua annata fra le giovanili del Cuneo, dalla Juventus che subito se ne assicura le prestazioni. Per 6 anni, Fantini crescerà calcisticamente nel vivaio bianconero, fino al debutto, addirittura, in Serie A: Marcello Lippi, infatti, gli concederà una presenza in campionato, diciannovenne, nella stagione 1994-95, quella del primo Scudetto del tecnico che poi sarà Campione del Mondo nel 2006.
LA CRESCITA IN GIRO PER L’ITALIA – Dopo la simbolica, ma prestigiosa, presenza in bianconero, inizia così il lungo peregrinare di Fantini fra i professionisti, negli anni della maturazione: il 1° ottobre 1995, il primo gol in Serie A, con la maglia della Cremonese (l’unico della stagione 1995-96 in 19 presenze). Un grave incidente automobilistico, purtroppo, gli impedià di debuttare nella Nazionale U21.
Poi, il passaggio in Serie B, dove il Venezia lo preleva in comproprietà con la Juventus: per lui, nel 1996-97, una rete in diciassette incontri. In Serie C, arrivano le prime annate da vero protagonista: ad Alessandria (1997-98), Fantini realizza 12 reti in 44 presenze fra campionato e Coppa Italia; nel 1998-99, sono invece 10 i centri, in 37 gare disputate con il Livorno.
L’UOMO DELLA PROVVIDENZA – Dopo le esperienze a Cittadella e, nella serie cadetta, al Chievo, nel 2001 passa al Modena, dove contribuisce con 4 centri alla promozione in Serie A dei gialloblu. In seguito, torna a Venezia e con 5 centri si rivela importante per la salvezza dei lagunari, sempre in Serie B.
Ma è a Firenze che l’attaccante cuneese si regala il primo grande momento di gloria: indimenticabili, infatti, le due reti messe a segno, all’andata ed al ritorno, nell’inedito spareggio interdivisionale che decideranno la doppia sfida con il Perugia, rimandando la Fiorentina, fallita solo due anni prima, in Serie A. Clamoroso fu il boato del “Franchi, dopo il suo stacco vincente di testa sotto la Fiesole nel match di ritorno.
Nel 2005-2006 Fantini passa al Torino dove, allenato da De Biasi, realizza la prima rete della rinascita granata dopo il fallimento, andando a segno 9 volte in 38 gare nel campionato di Serie B e conquistando, subito, il ritorno in Serie A sotto la nuova presidenza targata Urbano Cairo.
IL RITORNO A CASA – Dopo tre annate in Emilia, a 33 anni Fantini torna in Piemonte. Dopo una poco felice annata con l’Alessandria in Serie C, il bomber diventa eroe nella sua Cuneo: è infatti l’uomo-simbolo della doppia-promozione dei biancorossi dalla Serie D alla Prima Divisione. Clamorosa la sua stagione in Serie D, culminata con il salto fra i professionisti e lo Scudetto di Categoria: saranno 31 i centri sotto la guida sapiente di Salvatore Iacolino. L’anno dopo, con mister Ezio Rossi, mette a segno 12 gol e trascina i cuneesi alla promozione in Prima Divisione, con la vittoria dei playoff (aggiudicandosi la finale con la Virtus Entella). In quel biennio, fece parte dei due fra i tandem d’attacco più amati dai tifosi in tempi recenti: con Francesco Di Paola prima, con Massimiliano Varricchio poi.
La storia d’amore biancorosso, però, si interrompe nel gennaio 2013, quando società e attaccante si dividono. Passato al Savona, in Seconda Divisione, Fantini ottiene l’ennesima promozione della sua carriera.
GLI ULTIMI ANNI IN GRANDA – In coda alla sua carriera, Fantini si rimette in gioco fra i dilettanti: spiccano i 16 gol con la Virtus Mondovì, con i quali i grigiorossi vincono il campionato di Promozione. Dopo le brevi parentesi a Corneliano Roero e Ama Brenta Ceva, arriva il ritiro, nel dicembre del 2015: dopo 150 gol circa in carriera, di cui 82 fra i “Pro”, l’inizio di una nuova vita, quella da allenatore.