Scuole chiuse: a Montà protesta pacifica delle mamme di fronte ad asilo e sede della primaria (FOTO)

0
601

Scuola chiusa, a partire dall’ingresso del Piemonte prima in Zona Arancione: e poi, in queste ore, nella temutissima Zona Rossa che porta alla mente -ma anche alla quotidianità- i ricordi e le sensazioni di ciò che accadde un anno fa agli albori dell’emergenza sanitaria.

E’ un aspetto molto evidente, e che risalta più di altri sul lungo fronte delle restrizioni introdotte e ribadite dal Governo nazionale e da quello regionale: anche perché invariabilmente “entra” nella normale vita delle famiglie, coinvolgendo sì gli alunni, ma anche papà e mamme, e spesso pure i nonni, tutti costretti loro malgrado a cambiare le abitudini di vita tra didattica a distanza (che, in altri tempi, sarebbe stato uno strumento alternativo e “virtuoso”: se fissato come facoltà e non come obbligo, beninteso), possibilità di lavoro a distanza, congedi parentali ora nuovamente previsti, orari tante volte stravolti, e anche linee di “digital divide” in un’Italia in cui la connettività è talvolta ancora un miraggio.

Tutti elementi che toccano la collettività da vicino: al punto da portare a differenti reazioni, da quelle più estreme ad altre molto mediate, passando per la pacifica protesta andata in scena sabato 13 marzo a Montà. Un gesto simbolico, forse anche di più: innescato dalle madri dei bimbi che frequentano la scuola primaria e quella dell’infanzia, e che ha avuto come teatro il fronte del plesso di località Villa e l’asilo di corso De Gasperi.

Cosa è accaduto, in questa vivace mattinata? Presto detto: una piccola delegazione di genitori è andata ad appendere, al di fuori delle scuole coinvolte, una serie di disegni e cartelli fatti dai ragazzi. Per mandare un messaggio di speranza, perché ancora ci crediamo, su quanto i bimbi amino andare a scuola e sopratutto su quanto sia importante che lo facciano in presenza. Una mossa che ovviamente non si pone in contrasto con la direzione della scuola locale: anzi, attivissima in prima linea per garantire il più possibile la qualità della didattica anche se vissuta “in remoto”, con tutti i disagi che essa comporta. Più che altro, un atto simbolico che dalla sfera locale cerca di fare rete e rivolgersi a chi, a detta delle mamme autrici, ha in mano le leve decisionali sulla scuola a livello di Piemonte e di nazione.

Nella sequela di slogan e messaggi proposti, si è spaziato tra “La Dad è tratta, la scuola sottratta” in un gioco di parole che lascia comprendere anche ispirazioni “adulte”: così come “La scuola dà, la Dad toglie”. Ma anche messaggi genuini come il pensiero di un bambino, tra frasi che dicono “La scuola è vita”: e composizioni che, tanto per citare la mano del piccolo Jacopo, “Non ce la facciamo più a stare a casa, con l’aiuto della Nasa andremo nello spazio per scappare da questo strazio”.

Dopo appena una settimana dalla reintroduzione delle restrizioni che riguardano la “scuola dei piccoli”, questi sono già i sentimenti tra reazione ed esasperazione: con la prospettiva cupa che la chiusura dei cancelli si protragga oltre il termine iniziale del 20 marzo fissato dalla Regione appena otto giorni fa. E quella voglia di normalità che, dopo un giro di calendario dall’inizio dell’incubo-Covid, urla anche tra il filtro di cartelloni, striscioni e palloncini colorati.

La quieta protesta montatese non è passata inosservata anche agli occhi dell’amministrazione civica. Che, per il tramite del sindaco Andrea Cauda e del vice sindaco Chiara Berardi, ha voluto esprimere un messaggio di solidarietà sulla questione: «Abbiamo visto e ammirato i palloncini, i colorati dei bambini di amore nei confronti della scuola. Sappiamo che dietro a questi capolavori ci sono famiglie alle quali è chiesto nuovamente uno sforzo riorganizzativo con la prospettiva di un anno difficile».

Ma con un monito: «Sappiamo che la situazione sanitaria è altrettanto complicata e preoccupante. Non possiamo venire meno alle regole e restrizioni che il momento impongono, ma possiamo farvi sapere che Vi siamo vicini che capiamo i Vostro disagio. E vogliamo che sappiate che alle energie che mettete in quello che fate per i Vostri figli, il nostro futuro, si aggiungono le nostre!».

Paolo Destefanis