Home Attualità “L’area delle Medie ‘Piumati’ deve restare bene comune dei braidesi”

“L’area delle Medie ‘Piumati’ deve restare bene comune dei braidesi”

Riceviamo e pubblichiamo da Italia Nostra sezione di Bra e del Braidese

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Riceviamo e pubblichiamo

L’Associazione Italia Nostra ha sempre avversato il progetto di spostare la scuola Media “Piumati” dal luogo ove attualmente si trova. Secondo l’Associazione, ma anche secondo il parere di tecnici e professionisti interpellati, si sarebbe potuto ristrutturare l’attuale manufatto risalente al 1960, come è stato fatto per analoghi edifici a Savigliano, Fossano, Mondovì. La scuola sarebbe rimasta nel luogo dove è stata per tanti decenni e dove vi è sempre stata una scuola.

Non ci soffermiamo sul problema del consumo di suolo che la costruzione di una scuola nuova che dovrà ospitare l’attuale istituto “Guala” comporterà, né sulle spese per l’acquisto del terreno da parte del Comune (250.000 euro) che questa scelta implicherà, nonché sulle spese sì a carico della Provincia che farà costruire il nuovo edificio, ma sempre comunque finanze “pubbliche” che pagheremo tutti noi. Non esaminiamo, qui, nemmeno le caratteristiche strutturali del “Guala” che dovrà ospitare l’attuale Media “Piumati”, istituto dotato sì di aule funzionali ma privo di aree verdi e spazi ricreativi, come prevedono le linee d’indirizzo per la Media inferiore del Ministero della Pubblica Istruzione.

Non abbiamo potuto accedere al Piano Economico che ha deciso per questa soluzione, ma ci piacerebbe conoscerlo anche considerando il fatto che la popolazione scolastica è in diminuzione, non certo in incremento. Quello che all’Associazione preme, è l’area su cui insiste la scuola. Area che, se non ospiterà più la scuola, dovrà comunque rimanere adibita a servizi perchè è un bene comune.
L’edificio condiziona la qualità di tutta l’area, che è un complesso monumentale secondo il Codice dei Beni Culturali (L 42/2004).
Il Comune dovrebbe essere fiero del complesso di Santa Chiara, area di grande rilievo culturale, che per questo e con queste caratteristiche avrebbe dovuto essere a suo tempo segnalata nel Piano Regolatore, non solo come Chiesa ma come complesso. A questo proposito ricordiamo che l’area verde dell’ex giardino delle Monache venne sottoposta a vincolo nel 2011 grazie all’intervento di Italia Nostra che sottopose il caso alla Soprintendenza, in un momento in cui sembrava che il giardino potesse diventare oggetto di speculazione edilizia.

Nell’art. 10 del Codice dei Beni Culturali dove si parla di istituti e luoghi della cultura come musei, biblioteche, al punto F si dà la definizione di complesso monumentale che rientra nell’elenco: “Un insieme formato da una pluralità di fabbricati, anche di epoche diverse che, con il tempo hanno acquisito come insieme una autonoma rilevanza artistica, storica o etno-antropologica”. Al punto 1 dell’art. 20 afferma che “I Beni Culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico, oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”.

Crediamo sia compito di un’Amministrazione illuminata, preservare la memoria della comunità e tutelare un patrimonio culturale destinato alla pubblica fruizione. Tali luoghi non possono e non devono essere alienati.

Italia Nostra sezione di Bra e del Braidese