Ha una valenza non solo simbolica ma sostanziale il tour del governatore del Piemonte Alberto Cirio e della sua Giunta che nei giorni scorsi hanno portato l’iniziativa “Piemonte cuore d’Europa” a Cuneo, nella sede della Camera di Commercio, per raccogliere spunti, suggerimenti, richieste e iniziative dai rappresentanti dei singoli territori che caratterizzano la provincia di Cuneo. Un’agenda fitta che ha visto l’incontro con gli esponenti del mondo economico, sociale, con gli enti locali, gli amministratori e le associazioni di tutte le province cuneesi per scrivere la “tabella di marcia” e delineare le priorità di una programmazione che riguarderà i Fondi Ue fino al 2027 e che muoverà, per il solo Piemonte, un piano da 13 miliardi di euro inserito all’interno del Recovery Plan. Il Presidente ha precisato che «nella Granda potremo finire opere incompiute e iniziarne di nuove con regole snelle e veloci», ha invitato a «cogliere l’opportunità di pianificare ciò che davvero serve, al di là dei colori politici, ma ascoltando tutti perché è da qui che si riparte» ed ha ricordato che «in Italia la Granda è una delle province che versa di più allo Stato e riceve di meno». Il Governatore ha poi evidenziato come sia un momento storico per il Piemonte, perché si stanno definendo le linee di indirizzo per lo sviluppo dei prossimi 10 anni. «L’esperienza a Bruxelles», ha detto, «mi ha insegnato che non bisogna limitarsi ad attendere le risorse dell’Europa, ma occorre contribuire a indirizzarle affinché possano rispondere alle reali esigenze del nostro tessuto economico e sociale basandoci su progetti già pronti e realizzabili in tempi brevi. E ringrazio la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, che ha incoraggiato gli Stati membri a coinvolgere le autorità regionali nella redazione e nell’attuazione dei piani di ripresa». La Giunta Regionale ha pertanto impostato un metodo diverso, ovvero consultare il territorio. «Abbiamo a disposizione cifre che non vedremo mai più e che ci permetteranno di favorire lo sviluppo del sistema produttivo e infrastrutturale», ha concluso Cirio, «ma saremo competitivi solo se sapremo individuare e condividere progetti con immediate ricadute sul territorio, oltre a investire sull’istruzione e sulla formazione professionale. Sono certo che se porteremo al presidente Draghi un documento del Piemonte, e non solo della Regione, daremo alla nostra voce più forza. Importante sarà anche poter applicare il cosiddetto “Modello Genova” per le opere pubbliche, perché, senza abbassare di un centimetro l’attenzione verso la legalità, abbiamo bisogno di regole veloci e facili da applicare».
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