Sono stati molti, gli spunti offerti ieri sera, venerdì 19 marzo, durante la diretta Facebook a sostegno della candidatura di Saluzzo a capitale italiana della cultura 2024.
Tra i moltissimi ospiti presenti all’evento, in questa sessione, sono intervenuti personaggi di rilevanza come Sonia Damiano, laureata in Storia dell’Arte Medievale all’Università degli Studi di Torino con Giovanni Romano. Dal 1994 ha collaborato con la Soprintendenza a numerose campagne di schedatura e ricerca nelle Residenze Sabaude e sul territorio piemontese, dal 2011 dirige il Museo Diocesano Palazzo dei Vescovi di Saluzzo e coordina i Volontari per l’Arte: “Si dovrà lavorare su due fronti, per un verso diretti al restauro della cattedrale con la sua decorazione neogotica interna, e per un secondo verso la conclusione in due tranche di cantieri, a vantaggio della celeberrima chiesa di San Giovanni. È questo il patrimonio che si intende consegnare alle generazioni future, arricchito dopo periodi più o meno lunghi di abbandono e degrado. Deve essere comunicato sul nostro territorio ma anche fuori dei nostri confini. Questo perché è noto a tutti che sono fatti culturali di portata internazionale”.
Il Secondo intervento è stato portato avanti da Elena Lovera, vicepresidente della Costrade srl di Saluzzo, azienda edile operante nel settore dei lavori pubblici stradali, vicepresidente di Confindustria Cuneo e Ance Piemonte (Associazione Nazionale Costruttori Edili) con delega al Centro Studi. Presidente Ente scuola edile della Provincia di Cuneo e consigliere CCIAA Cuneo. Saluzzese, imprenditrice di seconda generazione, da sempre attiva nell’associazionismo e fiduciosa seguace dell’educazione civica:” Ritengo che l’imprenditoria che nasce proprio dalle pendici del Monviso sia un imprenditoria fatta proprio dal legame con la terra. Non sono rari i casi di imprenditori che sono partiti del mondo agricolo o che lavorano i prodotti alimentari. Per quanto riguarda gli eventi ritengo che sia una professione e vada da affidata a dei professionisti. Ben vengano i volontari ma con i volontari non si fa incoming più di tanto. Occorrono le fiera di settore, occorre una produzione mirata e anche degli investimenti importanti. Abbiamo degli ottimi influencer ed il comune di Saluzzo ha lavorato molto bene. Il fatto di avere affidato la porta in Valle a Prete, ritengo che sia stato un ottimo volano in quanto il gestore è riconosciuto in tutta Italia. Per noi sarà un piacere mettere le nostre energie in campo, e le nostre risorse per portare a casa questo preziosissimo obiettivo”.
Ha proseguito poi Lóránd Hegyi è storico e critico d’arte. Dopo essersi dedicato in gioventù a svolgere attività accademica, occupandosi di avanguardie della prima metà del secolo, ha iniziato a lavorare come curatore di mostre contemporanee in Ungheria, Austria e Germania. Dal 2017 è direttore artistico del Parkview Museum di Pechino e Singapore: “Saluzzo è una parte d’Italia che può avere dietro di se un aspetto culturale molto importante. Saluzzo ha dentro di se qualcosa di tutto, molte tradizioni, molte culture ed è questa zona di Italia che non corrisponde al Clichè come può essere il Sud, ma è qualcosa di differente ed estremamente bello, che rappresenta un altro aspetto di italianità. Io penso che abbiamo bisogno di trovare elementi singolari. E’ molto importante tenere conto delle giovani generazioni, perché la cultura sarà in mano delle future generazioni, dobbiamo restare altruisti. Non possiamo entrare in una crisi culturale dovuta ai fatti quotidiani. Se i giovani trovano qualcosa di nuovo a cui ispirarsi può essere un buon elemento di programmazione generale”.
Ha concluso gli interventi, Fredo Valla “intellettuale di montagna”, regista, documentarista, sceneggiatore, scrittore, giornalista, coltivatore e raccoglitore. Di storie e di ortaggi. Si occupa da sempre della minoranza occitana, la sua. Collabora con Incandenza Film, Aranciafilm, Graffitidoc e Nefertiti Film per lo sviluppo di progetti, soggetti, sceneggiature e regie. Ha co-fondato “L’Aura”, scuola di cinema di Ostana, nel villaggio di fronte al Monviso in cui vive: “Io credo che Saluzzo non si possa scindere dal passato e dal trascorso di questo territorio, d’altra parte mi chiedo come mai i giovani non vanno a passeggiare nelle periferie ma vanno a passeggiare nei centri storici delle città, forse perché il bello nonostante tutto piace anche ai giovani. Saluzzo già fà molto grazie alla svolta del Sindaco Mauro Calderoni, vedendo nelle valli occitane un percorso che può spingere Saluzzo su nuovi orizzonti”.