Poco dopo le 11 di questa mattina, nella piazza davanti al palazzo municipale di Cherasco, si è tenuto il flashmob “NO DAD” per dire no alla didattica a distanza.
Organizzata da genitori di Cherasco capoluogo e Oltrestura, pacifica e nel rispetto delle norme anti-Covid, sono stati poggiati a terra alcuni zaini scolastici e diversi bambini hanno tenuto in mano dei cartelli di protesta.
Daniela Melotti, mamma e promotrice del flashmob, ha letto una lettera che è stata poi consegnata al sindaco Carlo Davico.
Questo il testo della missiva: “Gentilissimi, siamo un gruppo numeroso di genitori che, con la presente, intende esprimere grande preoccupazione ed angoscia per la salute dei propri figli. I danni causati dalla didattica a distanza o, anche detta DAD, sono ormai ben risaputi. Per DAD intendiamo tre ore passate davanti ad uno schermo seguendo le lezioni, riteniamo che questa non sia scuola!
Molti insegnanti concordano con la nostra idea e affermano che, pur lavorando incessantemente e con dedizione per attuare molteplici strumenti e strategie e cercando di rendere le lezioni il più possibile fruibili ed accattivanti, si accorgono che gli alunni faticano molto a mantenere l’attenzione.
Osservando i nostri figli, ci appaiono apatici, privi di reazioni vere, e cresce in noi la preoccupazione che non credano più nella scuola, sentendosi presi in giro da un’Istituzione così fondamentale per la loro crescita.
Trascorrono moltissimo tempo davanti allo schermo, sia per seguire le lezioni e completare i compiti loro assegnati, sia per socializzare con i loro amici.
Cercando di mediare con questa situazione, noi genitori ci sentiamo frustrati e impotenti: non riusciamo a trovare una soluzione e riteniamo di non poter continuare così.
Il virus esiste ed è bene garantire il diritto alla salute: certamente non mettiamo in dubbio questi aspetti. Tuttavia, l’aumento dei contagi si è creato davvero all’interno delle nostre scuole? E il diritto all’istruzione, pilastro fondamentale per la democrazia italiana e per i nostri padri costituenti, può essere garantito con questa modalità?
Inoltre, si sente molto discutere di uguaglianza ed inclusione, altri due pilastri della nostra Costituzione: sono anch’essi salvaguardati?
Proprio i bambini e i ragazzi, rappresentanti del nostro futuro, stanno pagando il prezzo più alto di tutti, rischiamo di bloccare uno sviluppo, di fermare una crescita, destinata ad aprirsi fuori dalle camerette della DAD, fuori dalla visione dell’altro come contagio. Aiutiamoli a diventare grandi e responsabili comunque, oltre il Covid e la paura.
Ci sembra assurdo come questo venga sottovalutato insieme ai diritti dei vari componenti delle famiglie: dei genitori che lavorano alle dipendenze delle aziende ai quali non vengono riconosciuti i congedi parentali; dei genitori in smart working; di quelli con partita iva; degli insegnanti che devono seguire i loro alunni, senza dimenticare i loro figli; dei nonni da proteggere a cui non vorremmo lasciare i nostri figli; delle baby-sitter da tutelare e da pagare (spesso anche i voucher insufficienti e non garantiti a tutti).
Viviamo ormai da un anno in un clima di incertezza. L’anno scorso siamo stati catapultati in qualcosa di nuovo, impreparati ed indifesi, ed abbiamo dovuto accettare, a malincuore e con l’amaro in bocca, la fine dell’anno scolastico. Quest’anno non può e non deve finire allo stesso modo, perlomeno senza far sentire il nostro disappunto e rammarico!
La scuola si è impegnata applicando e facendo rispettare i protocolli di sicurezza concordati con le Istituzioni (Istituti scolastici e Questure). Abbiamo speso impegno, serietà, tempo e denaro e tutto sembra essere stato inutile, come una brutta presa in giro.
Abbiamo molta fiducia nei protocolli di sicurezza applicati all’interno delle scuole e di tutto il lavoro fatto finora dall’Amministrazione Comunale, dal Sindaco, dal Dirigente del nostro Istituto Comprensivo insieme al corpo docente ed al personale amministrativo e Ata per accogliere tutti gli alunni in sicurezza. Per questo motivo chiediamo di riaprire le scuole e di ritornare a far lezione in presenza. Il diritto allo studio non è fonte diretta di reddito nazionale, ma non bisogna dimenticare che gli alunni sono un investimento fondamentale della nazione. Si tratta soltanto di rispettare l’immenso valore formativo e democratico di un’Istituzione come la scuola. Giunti a questo punto, desideriamo ringraziare il nostro sindaco per la disponibilità a ricevere e inoltrare questa lettera. Sperando che la nostra richiesta venga accolta“.