Nuova definizione di rifiuto urbano: Confagricoltura scrive a tutti i Comuni della Granda

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Confagricoltura Cuneo ha trasmesso una lettera a tutti i Comuni della provincia per sollecitare chiarimenti in merito all’applicazione delle novità introdotte dal D.Lgs. n. 116/2020, in vigore dal 1° gennaio 2021, sulla nuova definizione di rifiuto urbano e alle ripercussioni dell’applicazione della normativa sulle attività agricole e connesse, i cui rifiuti non rientrano tra gli assimilati ai rifiuti urbani. Questa situazione sta comportando l’interruzione, in alcuni Comuni, del servizio di raccolta dei rifiuti agricoli coinvolgendo in particolare con grave danno gli agriturismi, i negozi di vendita di prodotti agricoli e le aziende orticole.

“Sono emerse gravi criticità, soprattutto nel caso di agriturismi e della vendita diretta di prodotti agricoli, e non si può scaricare tutto il peso e la responsabilità di tali importanti novità solo sulle aziende agricole – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. Ecco perché abbiamo richiesto alle amministrazioni un confronto per sapere in che modo i Comuni stanno attuando le novità introdotte, in modo da poterci fare portavoce tra le aziende agricole delle importanti novità che le andranno a coinvolgere. Come Organizzazione di rappresentanza del mondo agricolo cuneese stiamo dialogando con i vari Consorzi di gestione dei rifiuti per capire quali azioni intraprendere al fine di supportare e agevolare le imprese nell’applicazione di questa nuova normativa.

Allo stesso tempo, data la complessità della materia e il difficile periodo storico, segnaliamo la necessità di garantire un periodo transitorio che consenta agli operatori agricoli interessati di organizzarsi autonomamente nella gestione di ulteriori rifiuti e/o di stipulare, in accordo con i Comuni stessi, apposite convenzioni per la gestione dei rifiuti speciali non più assimilati”.

Dopo le numerose segnalazioni da parte delle aziende agricole sono principalmente tre i punti su cui la Confagricoltura intende porre l’attenzione. Primo: serve, come detto, un adeguato periodo transitorio per l’entrata in vigore delle novità normative così da permettere alle imprese di riorganizzare la propria gestione interna dei rifiuti (nuovi contratti, organizzazione del deposito temporaneo).

Secondo: è necessaria l’introduzione di un meccanismo di flessibilità, che consenta di salvaguardare determinate peculiarità territoriali, consentendo alle imprese interessate di continuare ad usufruire del servizio pubblico attraverso la stipula di una convenzione con il Comune o il gestore del servizio pubblico per la gestione di alcuni rifiuti agricoli, in particolare quelli legati alla parte di ristorazione negli agriturismi o legati alla vendita diretta di prodotti agricoli.

Terzo: occorrono linee guida chiare ed eque per la ridefinizione della TARI, la tassa rifiuti, in quanto le attività agricole non possono sostenere, ad esempio, il pagamento della parte fissa della tariffa a cui sommare l’eventuale costo dei nuovi contratti per smaltire privatamente i rifiuti speciali.

c.s.