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Museo della Ceramica di Mondovì: le Uova Fabergé e le loro stupefacenti sorprese

Regalo pasquale on line del Museo della Ceramica di Mondovì: dagli esemplari più particolari legati alla storia degli ultimi zar di Russia, alla fortuna collezionistica di questi “mirabili gioielli” e alle curiosità ad essi collegate

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“Il dono di uova vere, decorate con qualsiasi tipo di disegni o dediche, in segno di speranza e resurrezione, è correlato alla festa pasquale sin dal Medioevo. La conferenza sulle Uova Fabergé e sulle loro stupefacenti sorprese – dice Andreina d’Agliano, Presidente del MOMUC – vuole essere un augurio di Buona Pasqua a tutti gli amici del Museo della Ceramica di Mondovì, un omaggio che unisce speranza e bellezza in un periodo particolarmente complicato, come quello che stiamo vivendo, in cui ogni istituzione culturale deve poter collaborare con diverse iniziative”. Per seguire la conferenza su Zoom: https://us02web.zoom.us/j/84097319426

“Il tema della conferenza – dice Carla Cerutti, storica delle Arti Decorative dell’800 e ‘900 – sarà illustrare gli esemplari più particolari, strettamente legati alla storia degli ultimi Romanov, come il Primo Uovo con gallina, L’Uovo dell’Incoronazione o quello dei Mughetti (tutti appartenenti oggi alla collezione Vekselberg), piuttosto che l’Uovo della Transiberiana (Palazzo dell’Armeria, Cremlino, Mosca) o l’Uovo a mosaico (Londra, Royal Collection), indagare la fortuna collezionistica di tale singolare produzione e le curiosità ad essa collegate, come la produzione parallela eseguita da Fabergé tra il 1898 e il 1904 per il nobiluomo russo Alexander Kelch, in più occasioni confusa con quella imperiale”.

Il primo uovo “pasquale” di Fabergé fu commissionato all’illustre orafo della Corte imperiale russa nel 1885 dallo zar Alessandro III per la moglie, l’imperatrice Maria Fëdorovna: si trattava di un uovo d’oro rivestito in smalto bianco opaco che celava un tuorlo, anch’esso in oro, contenente a sua volta una gallinella d’oro con, al suo interno, una copia in miniatura della corona imperiale che custodiva un piccolo pendente di rubino a forma d’uovo.

Questo mirabile esempio di alto virtuosismo con struttura simile alle note matrioske, oggi conservato al Museo Fabergé di San Pietroburgo e parte della collezione Vekselberg, aprirà la strada alla realizzazione di ben 52 esemplari creati da Fabergé, tra il 1885 e il 1917, in occasione della Pasqua espressamente per la corte imperiale, prima per Alessandro III poi per il figlio Nicola II, tutti caratterizzati da materiali preziosi, dall’unicità della forma e del decoro, così come dall’originalità delle sorprese in essi contenute, sorprese destinate all’Imperatrice madre o alla zarina Aleksandra.

c.s.