Quarant’anni al servizio degli altri: il Comitato Locale di Alba della Croce Rossa Italiana (Cri) li festeggerà fra pochi mesi, proprio nel periodo più difficile per il sodalizio e per l’intera comunità. «La Cri è arrivata qui ufficialmente il 18 giugno del 1981: la prima delegata per la città di Alba è stata Adriana Giordano», spiega Luigi Aloi, che ne è presidente dal 2012, «Da allora è stato un crescendo di attività e di spostamenti alla ricerca di uno spazio adatto, sino ad arrivare a oggi e alla sede in via Ognissanti».
Al Comitato, oltre alla sede centrale di Alba, fanno capo altre cinque delegazioni: Albaretto della Torre, Monforte, Montà, Monticello e Neive. «Siamo la base di un movimento con l’azione umanitaria più imponente della storia, riconosciuta con l’assegnazione di cinque Premi Nobel nel corso degli anni», prosegue Aloi, «Le nostre sono storie di persone semplici che dedicano la propria vita al futuro di altre: un’avventura che dura da oltre 150 anni».
A guidare le azioni dei volontari sono i sette princìpi fondamentali del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (nome che prende negli Stati musulmani), che ne costituiscono lo spirito e l’etica: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità. «Il nostro fine è portarli nella difficile realtà di ogni giorno», dice il presidente, «Operiamo a 360 gradi, con la possibilità di impegnarci nella nostra zona ma anche di fare nuove esperienze all’estero o a contatto con realtà internazionali».
Le attività svolte dalla Croce Rossa sono suddivise in sei aree di intervento, a cui i volontari accedono in base alle proprie attitudini, dopo aver superato un iniziale periodo di apprendimento: salute, sociale, emergenze, princìpi e valori (cioè la diffusione del Diritto Internazionale Umanitario, dei princìpi fondamentali e dei valori umanitari), giovani e, infine, sviluppo, ovvero la formazione. Ci sono oltre duecento corsi a disposizione di chi fa attività nella Croce Rossa, oltre a quelli che invece il sodalizio tiene all’esterno, come i corsi abilitanti e quelli di aggiornamento sull’uso dei defibrillatori e la sicurezza nelle aziende.
La quotidianità in associazione è cambiata con lo scoppio della pandemia: «La nostra regola principale dell’autoprotezione è stata rafforzata per affrontare un nemico sconosciuto e temibile. Effettuare ogni uscita a rischio con tute, guanti, occhiali e calzari è diventata la prassi, così come la disinfezione del mezzo e dei volontari al rientro dopo ogni missione».
Cautele che hanno dato i loro frutti, perché nessun caso di coronavirus è stato registrato in questi dodici mesi: «Ovviamente, però, con tutti questi nuovi protocolli, i costi sono aumentati tantissimo», precisa Aloi, «Grazie all’intervento di donatori privati, di tante aziende del territorio, dell’organizzazione Croce Rossa e della Protezione Civile e di alcuni comuni in cui siamo attivi, e facendoci carico delle spese rimanenti, siamo riusciti a non riversare questo onere sui cittadini che usufruiscono dei nostri servizi».
Anche l’apertura dell’ospedale di Verduno ha modificato le abitudini del sodalizio: più venti chilometri per ogni servizio, con conseguente aumento del tempo di impegno di ciascun volontario. Nonostante la pandemia, il 2020 ha visto i 427 volontari della Cri di Alba e delle sue sedi distaccate impegnati in circa 9mila servizi, con oltre 425mila chilometri percorsi. Nei periodi di sospensione delle attività ospedaliere, sono stati incrementati i servizi sociali alla popolazione, offrendo la consegna di beni alimentari, medicine e materiale scolastico a chi era bloccato a casa. Ad affiancare i volontari nell’affrontare il surplus di lavoro sono stati sette dipendenti assunti grazie alle convenzioni con le Asl Cn1 per il 118 e Cn2 per i trasporti interospedalieri e dieci ragazzi del Servizio Civile Universale. Inoltre, il Comitato albese può contare anche sull’impegno delle infermiere volontarie, che sono ausiliarie delle Forze Armate: attualmente sono 40, guidate da Annamaria Brossa.
Adesso è tempo di guardare al futuro: «In questo 2021 il nostro obiettivo è uno solo, quello che ci ha accompagnato in questi 150 anni di storia della Croce Rossa Italiana e nei quarant’anni del Comitato di Alba, ovvero stare vicino ai più vulnerabili, essere dove c’è bisogno», conclude il presidente: «Saremo ancora tra la gente per continuare nostra la missione: sulle ambulanze, nelle corsie degli ospedali, per la strada, nelle case, ovunque ci sia bisogno di noi, saremo presenti, pronti a tendere la mano, a dire una parola di conforto, ad ascoltare, a portare un sorriso. Festeggeremo sottotono il quarantennale ma sarà comunque un momento importante. L’intenzione è di potenziare il telesoccorso Serenità Via Cavo, che fa capo al nostro centralino, per essere vicini a chi è anziano e sa che dall’altra parte del telefono troverà sempre qualcuno».