Home Articoli Rivista Idea Dal 2007 Emons ha aperto una strada ancora inesplorata nel nostro paese

Dal 2007 Emons ha aperto una strada ancora inesplorata nel nostro paese

0
158

La casa editrice Emons è nata nel 2007 da un gruppo di amici tedeschi, increduli del fatto che l’audiolibro in Italia non esistesse, mentre in Germania era già allora molto diffuso. Sono passati alcuni anni prima che attecchisse in Italia, ma ormai il fenomeno ha preso piede anche da noi. Tra i segreti di questo successo anche il fatto che, oltre ai cd con le tracce in mp3, a partire dal 2020 i cofanetti di Emons presentano un codice Qr che permette di ascoltare gli audio con un’app. In questo modo il file diventa proprietà dell’acquirente, che può conservarlo e ascoltarlo da qualsiasi dispositivo, accedendovi tramite password. Non si tratta dunque di un servizio come quello di piattaforme (come Audible o Storytel o, in altro ambito, Netflix) in cui l’accesso ai contenuti è legato a un abbonamento e nel momento in cui si disdice l’abbonamento non si ha più nulla. Inoltre rispetto a un abbonamento immateriale il cofanetto conserva la fisicità del regalo, ma la presenza del codice Qr assicura la certezza che il destinatario ne potrà usufruire anche senza un supporto per la lettura dei cd. Il comparto del digitale, tuttavia, incide sempre di più sul fatturato di un’azienda come Emons: se fino al 2019 il 60% proveniva dalle vendite in libreria e il restante 40% dal digitale, nel 2020 i dati si sono invertiti. Oltre che con lo “sdoganamento” dell’uso di pc e smartphone per la fruizione di prodotti culturali (cui tutti ci siamo abituati per la situazione creatasi a causa della pandemia) Carla Fiorentino spiega questa crescita del digitale e dell’accesso agli audiolibri tramite app, piattaforme di streaming e soluzioni simili in questo modo: «Il passaggio dal cd all’audiolibro è stato piuttosto spontaneo, mentre per molti passare dal libro, che è ancora un oggetto “romantico”, all’ebook resta impensabile. Infatti in Italia il mercato del libro digitale continua a fare molta fatica ad affermarsi».