Avis: Associazione Volontari Italiani del Sangue. Oggi è la più grande organizzazione di volontariato del settore e grazie ai suoi associati, riesce a garantire circa l’80% del fabbisogno ematico nazionale. Nel complesso, Avis può contare su oltre 1.300.000 soci, che ogni anno contribuiscono alla raccolta di oltre 2.000.000 di unità di sangue e suoi derivati. Presente su tutto il territorio nazionale, ha oltre 3.400 sedi, tra le quali quella di Bra, a cui fa capo la sezione che comprende i gruppi di Cervere, Narzole, Pocapaglia e Sommariva Perno. Da qualche giorno la nuova presidente del sodalizio braidese è Patrizia Piu.
Presidente Piu, quando e come il suo cammino ha incrociato la donazione del sangue?
«Mio marito e mio fratello sono stati il traino. Dopo due gravidanze, ho deciso di iniziare a donare; eravamo intorno al 2008/2009. Otto anni fa, invece, nel penultimo mandato sono stata nel Consiglio direttivo e, nell’ultimo mi sono occupata della segreteria sezionale. Da semplice donatrice, ho avuto modo e soprattutto la fortuna di conoscere l’ambiente e le persone che ne fanno parte. In particolare, tutto è nato da Stefania Cassine. Mi ha chiesto se volevo ritagliarmi un ruolo all’interno dell’associazione e se avevo ancora più tempo da dedicare. Naturalmente, ho risposto di sì!».
Che mondo è quello dei donatori di sangue?
«Arricchente. In quest’ultimo anno, caratterizzato dall’emergenza sanitaria, paradossalmente ho avuto un contatto molto più diretto e stretto con i donatori, che hanno dimostrato molta sensibilità e premura. Serve sapere come muoversi e far sentire l’associazione il più possibile al loro fianco. Con gli altri consiglieri si è sviluppata una collaborazione molto forte, in un ambiente davvero familiare. Uso il mio telefono personale anche per le attività avisine e buona parte della rubrica è dedicata ai donatori».
Si aspettava di diventare presidente dell’Avis Bra?
«Ho riscontrato grande apprezzamento, nei miei confronti, negli ultimi tempi. Un po’ me l’aspettavo! Quando ho visto la differenza di voti con il precedente Presidente, ho pensato che valesse la pena provarci e mi sono candidata nel direttivo, per diventare appunto presidente. Mi sono detta: “in fondo, perché no?”».
Armando Verrua lascia la presidenza dopo 20 anni. Che testimone le ha passato?
«Una grande responsabilità. Lui ha fatto veramente tanto per l’Avis di Bra e mi auguro che possa ancora dare tanto e starmi accanto in questi primi tempi. Un uomo carismatico, pieno di idee. Non a caso, resta nel Direttivo come presidente onorario! La sua esperienza ventennale è un bagaglio ricchissimo, di cui l’associazione deve assolutamente fare tesoro. Io sono il nuovo Presidente e il rappresentante legale, però, tutto verrà deciso e condiviso all’interno del direttivo. Saremo una grande squadra, attorno a una cosiddetta tavola rotonda».
Quanto ha inciso la pandemia, sulla vostra vita associativa?
«La nostra realtà ha risposto benissimo. Tutti i consiglieri si sono resi disponibili per la presenza in sede per i prelievi. L’accoglienza ai donatori non è mai mancata e anzi, si è rafforzata. Questo è stato percepito dai cittadini che si sono avvicinati molto alla nostra realtà e in tanti hanno iniziato a donare o ci hanno chiesto informazioni per ricominciare a farlo. Molti si sono resi disponibili a donare il plasma iperimmune, dopo essere guariti dal Covid. Ho avuto la percezione che la gente, in tanti modi, abbia fatto di tutto per dare una mano».
Come fare per arrivare a nuovi potenziali donatori di sangue?
«Quando mi sono candidata alla presidenza, ho voluto fortemente portare all’attenzione due punti programmatici. Il primo, è l’apporto dei giovani. Noi abbiamo un gruppo giovani fantastico, formato da persone che hanno anche vinto i nostri ultimi concorsi legati alla donazione. Li ho pedinati nel vero senso della parola! Sono molto coesi, punto su di loro per far crescere l’associazione! Segreteria e tesoreria dell’Avis Bra sono state affidate a due ragazze giovani che porteranno grande energia e voglia di crescere. Il secondo punto è il lavorare con le altre sezioni avisine, per capire le loro esigenze e trovare ancora più sinergie. Conoscere di più le loro realtà e il mondo del volontariato braidese e no. Ci porterà grande giovamento, ne sono certa!».