Il Banchiere e saggista finanziario è intervenuto nella popolare trasmissione della Tv di Stato dedicata alla tutela dei Consumatori in veste anche di Risparmiatori. Fra i temi affrontati, la vicenda relativa al recente allarme lanciato da alcuni Istituti di credito in merito all’eccesso di liquidità su alcuni conti correnti: uno dei paradossi lasciati in eredità da questa pandemia
Conto corrente o conto rovente? Può sembrare un paradosso nell’Italia in cui ampie fasce di lavoratori autonomi e dipendenti hanno esaurito le proprie riserve finanziarie – anche perché, come argomentato fin dalla primavera 2020 dal Banchiere Beppe Ghisolfi, l’unica soluzione era aiutare in maniera incondizionata e immediata il maggior numero di piccole imprese con aiuti pubblici temporanei – eppure il blocco dell’economia circolante ha determinato che, nelle categorie dei soggetti a reddito fisso e stabile si siano determinati dei saldi bancari molto consistenti. Anzi, troppo. Tanto da indurre alcuni Istituti di credito a lanciare una sorta di allarme, in quanto l’eccesso di liquidità rappresenta un fattore patologico, e costoso. Del quale si è parlato questo mercoledì mattina in occasione del quotidiano appuntamento con “Mi manda Rai 3”, il popolare programma della TV di Stato, erede del famoso “Mi manda Lubrano”, condotto dagli ottimi Lidia Galeazzo e Federico Ruffo.
Gli Enti creditizi devono infatti attenersi alle disposizioni varate dalla Banca Centrale Europea, che con i regolamenti in materia di “Quantitative Easing”, ossia di acquisto massivo di titoli e obbligazioni pubbliche e private, e di disincentivo alla liquidità “ferma”, intende incoraggiare lo smobilizzo della stessa e la sua destinazione produttiva verso i prestiti, gli impieghi e gli investimenti a maggiore impatto sociale (come nel “green” per esempio).
Il Banchiere Ghisolfi ha ricordato che una quota della massa monetaria giacente sui conti correnti deve essere conferita dalle Banche stesse alla BCE di Francoforte. L’elemento risolutivo, pertanto, si conferma anche in questo ennesimo caso l’educazione finanziaria, strategica soprattutto per le persone anziane, o in condizioni di maggiore fragilità relativa, al fine di scongiurare il rischio, divenuto autenticamente emergenziale in tempo di pandemia che obbliga a chiusure domestiche prolungate, di cadere vittime di truffatori senza scrupoli che – come evidenziato nella seconda parte del programma stesso – operano bussando direttamente alla porta degli inermi cittadini nel tentativo di sottrarre loro effetti personali, preziosi o monetari.