Dal 1898 è palestra di dialogo sociale e di informazione

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Dal 1898 La Fedeltà è palestra di dialogo sociale e di informazione; oggi come ieri rende partecipe la comunità fossanese delle esperienze umane in cui è stata immersa: la politica, la fede, la scuola e la cultura, il mondo del lavoro, la cronaca, l’arte, lo sport, gli spettacoli, l’attualità, la vita delle persone. Si sono alternati alla direzione del giornale, nei suoi oltre 120 anni di vita, 18 direttori: il primo fu don Vincenzo Scarzello, l’ultimo e attuale è Walter Lamberti, primo laico a dirigere La Fedeltà. Tra di essi la firma prestigiosa di monsignor Michele Pellegrino, divenuto in seguito cardinale di Torino. A fianco dei direttori uno stuolo di collaboratori che, nel corso dei decenni, hanno rappresentato le menti più lucide della comunità diocesana. Nei suoi primi cinquant’anni, il giornale era solo a informare la popolazione. Ma poi nacque anche in Ita­lia la televisione e un canale preferenziale sembrò stabilirsi tra la gen­te “ansiosa” di notizie e il nuovo mezzo della comunicazione di mas­­sa. La Fedeltà, come del resto gli altri periodici cuneesi, non solo non scomparve ma acquisì un nuovo ruolo di rappresentazione particolaristica di tutto quanto è importante e doveroso di segnalazione nel quadro della comunità locale. Con il nuovo secolo il settimanale apre all’online (www.lafedelta.it). Dal 2006 è presente sul web con il suo primo sito, aprendosi anche ai so­cial, nel 2014. Nello stesso anno sbarca su tablet e smartphone. Ci si può abbonare online e leggere la copia digitale attraverso l’app “Agd News”, che ospita una dozzina di altri settimanali diocesani del Piemonte. Nel settembre del 2013 viene chiamato per la prima volta un laico a dirigere La Fedeltà: Walter Lamberti, appunto. Con tale scelta il giornale diocesano, nel solco della Chiesa del Concilio, va­lorizza la corresponsabilità dei laici e la loro professionalità. Nel maggio del 2019 il sito subisce un nuo­vo restyling, mentre negli ultimi anni La Fedeltà ha raccolto le nuove sfide di Facebook e Insta­gram. Una sfida che continua.