L’opinione di Luca Ward

«Mia figlia ha una patologia scheletrica rara e sta peggiorando durante la pandemia. Ma ora sappiamo che accelerare la ricerca scientifica si può»

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IL FATTO
Il vaccino anti covid è stato realizzato in tempi record dalle case Farmaceutiche, mentre sono fermi gli studi su altre malattie E soprattutto le cure

«Al mio se­gnale, scatenate l’inferno» è la frase che caratterizza l’iconico inizio del film “Il Gladiatore”, quando il co­mandante romano Mas­simo Decimo Meridio ordina ai suoi legionari di attaccare un villaggio di barbari.
La voce di Russell Crowe, nel doppiaggio italiano, è quella di Luca Ward. Che nei giorni scorsi, a sua vol­ta, ha scatenato non un in­­ferno, ma un dibattito sul te­ma della ricerca scientifica.
Il Covid, con il suo strascico di conseguenze spesso paradossali, ha causato da un lato la corsa disperata al vaccino (sperimentale, ma certificato), reso disponibile in tempi rapidi come mai in precedenza. Al tempo stesso, però, le attenzioni su altre patologie si sono attenuate, a dir poco. Quindi qualcosa non torna. E, comunque, il risultato di questa situazione è preoccupante. Tutta l’attenzione è concentrata in senso univoco sul coronavirus, ma non per questo le altre patologie hanno smesso di essere in aumento oppure stabili o, in qualche caso, sempre più letali. Eppure non sono pochi i pazienti che hanno sperimentato sulla loro pelle l’assurdità di questa fase: c’è chi non ha più avuto accesso a cure ritenute fino a poco fa fondamentali, chi ha evitato di presentarsi in ospedale oppure non ha proprio potuto farlo.
Luca Ward ha dato voce a questo ulteriore disagio pa­rallelo alla pandemia, di­ventando testimonial di una problematica trasversale a tantissime persone sofferenti di malattie che con il Covid non hanno nul­la a che fare ma che ma­­­gari, molto spesso, pos­so­no avere conseguenze mol­to più gravi. Ora in tan­ti cominciano e ren­derse­ne conto, più avanti faremo i conti sulle conseguenze. Intanto Ward è stato esplicito: «Mi figlia ha una malattia genetica rara che incide sull’apparato scheletrico, la Sin­drome di Mar­fan. Ho deciso di parlarne adesso perché la pandemia ci ha fat­to capire che l’accelerazione sulla ricerca è possibile: i vaccini anti Covid li ab­biamo avuti in pochissimo tempo grazie a fortissimi investimenti economici».
Ward ha poi raccontato la pessima espe­rienza vissuta in prima persona: «Luna è curata in Francia, a Lione. Un anno fa avrebbe avuto bisogno di un nuovo corsetto, ma non ci è stato permesso di andare oltre confine. Ades­so la curvatura della sua schiena è al 68 per cento mentre prima era al 32 per cento. Questo è stato il risultato dello stop alle cure, ne par­lo per far capire quanto la ricerca sia importante». Ma come sempre, la questione principale riguarda i soldi: se ci sono c’è anche il progresso e, quindi, il benessere.