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«Uniti nel nome del tartufo Bianco d’Alba»

Nella “capitale delle Langhe” nasce un bosco tartufigeno grazie alla sinergia pubblico-privato

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Tre progetti in sinergia per un solo risultato: la creazione di un nuovo bosco di piante tartufigene al parco di San Cassiano, ad Alba. Il risultato è il frutto della collaborazione tra il crowdfunding del Centro Nazionale Studi Tartufo in collaborazione con l’Ente Fiera Internazionale del Tar­tufo Bianco d’Alba, “Breath the truffle” e “Cul­tura Cir­colare”, l’iniziativa ideata da Filippo Cosentino, cantautore albese e direttore artistico dell’associazione “Mille­una­nota”.

Dal 2003 il Centro Nazionale Studi Tartufo si impegna nel ripristino di tartufaie in declino di produzione collaborando con i principali istituti di ricerca e le associazioni di “trifolao” regionali, in particolare attraverso l’Unione delle Associazioni Trifulau Pie­montesi.
Dalla sinergia tra Centro Studi ed Ente Fiera, nel 2016, è nato il progetto “Breathe the truffle” (“Re­spira il tartufo”), iniziativa che ha fatto sì che fossero ripristinate aree ad Alba, Roddi, Monforte e Barolo. Obiettivo: vedere nel tartufo un patrimonio da celebrare e tutelare.

A ciò si aggiunge ora un’ulteriore alleanza, quella con l’associazione “Milleunanota”, realtà che nell’ambito del cartellone della Fiera organizza i festival “Milleunanota Jaz­z &Co”. e “Music on the bus”. Mille­una­nota contribuisce al progetto di piantumazione occupandosi della comunicazione, dell’allestimento di una mo­stra fotografica (una volta che sarà stato raccolto un numero significativo di foto che documentino la crescita delle piante) e dell’organizzazione di un evento dal titolo “Il canto degli alberi”, un’esperienza unica per piccoli e grandi che potranno ascoltare e suonare insieme agli alberi. Inoltre, Mille­unanota e Filippo Co­sen­tino alimenteranno “Cul­tura Cir­co­lare”, sistema di pro­du­zione e distribuzione di eventi culturali con il quale il sodalizio organizza da più di dieci anni la propria stagione di concerti.

Grazie alla collaborazione con Cooperativa Erica, è stata calcolata l’emissione di anidride carbonica della stagione e, grazie alla collaborazione con il progetto del Centro Studi Tartufo, sono stati attuati interventi di compensazione delle emissioni con la piantumazione di oltre 60 piante a vocazione tartufigena. Prima dell’impianto sono state eseguite azioni di pulizia e ripristino importanti in località San Cassiano.
La Fiera del Tartufo ha invece destinato una cifra importante alle azioni di tutela del tartufo, “autotassandosi” su tutte le esperienze proposte all’“Alba Truffle Show”.

«Sosteniamo questi progetti perché il tartufo bianco d’Al­ba, grazie alla straordinaria azione di valorizzazione mes­­sa in atto nel corso degli anni, attira sul territorio di Langhe, Monferrato e Roero visitatori da ogni parte del mondo e genera un’importante ricaduta economica sulle imprese», commenta la presidente dell’Ente Fiera del Tartufo Liliana Allena.

«Come Centro Studi abbiamo pensato ad azioni esemplari di manutenzione forestale e di piantumazione su aree pubbliche, d’intesa con i Comuni e cofinanziate dai fondi raccolti con la Fiera In­ternazionale di Alba», afferma il presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo An­tonio Degiacomi, «Ci sono anche iniziative portate a­vanti da associazioni di “trifolao” e da qualche privato. Stiamo lavorando affinché il nuovo Piano di Sviluppo Rurale contenga misure che incentivino tali progetti».

«In questo caso, grazie alla preziosa disponibilità diffusa che il nostro territorio è in grado di attuare, il valore culturale è rappresentato da sessanta alberi che compensano l’anidride carbonica emessa nell’ultimo anno dalla stagione di eventi locali», ha evidenziato il chitarrista albese, direttore artistico di Mille­unanota, Filippo Cosentino, aggiungendo: «La sostenibilità di un evento è per noi un punto chiave sin dal rapporto fra risultati attesi o quelli comunque altamente prevedibili in base alla conoscenza del territorio e sopratutto al tipo di intervento culturale che si sta proponendo e alle forze economiche messe in campo all’allestimento di un cartellone, pensando alla più bassa dispersione di anidride carbonica possibile, per concludere con una progettazione in quest’ottica di tutto il processo comunicativo».