Fratelli d’Italia Saluzzo: “Gelata e rischio arrivi incontrollati: problemi da non trascurare”

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La gelata che la scorsa notte ha investito il territorio del saluzzese preoccupa l’intero settore agricolo, in particolare il comparto frutticolo. Se verrà confermato il parere dei tecnici, ci troveremo di fronte a possibili perdite di raccolto sino al 90% della produzione. Un vero disastro, che arriva in un periodo già complesso e travagliato.

Riteniamo sia doverosa la richiesta dello stato di calamità naturale da parte dell’Assessore
all’Agricoltura e della Giunta Regionale. Questi eventi portano, inoltre, a dovute riflessioni su di un tema delicato e di stretta attualità.

Primariamente sull’annosa questione assicurativa. Sarebbe opportuno rivedere l’intero sistema assicurativo agricolo, creando una polizza universale che si basi sul reddito aziendale. Una copertura da prevedere per ogni singola azienda del comparto e che dunque permetterebbe accessibilità diffusa.

Anzitutto sulla richiesta più volte paventata da parte di alcuni sindacati, che colpevolizzano le aziende del fatto di non fornire con preavviso i numeri sulle necessità di braccianti stagionali.

Risulta evidente che, in un settore nel quale gli agenti atmosferici possono modificare
diametralmente i dati in una sola nottata, la questione sia legittima, ma totalmente
inapplicabile.

A maggior ragione, impossibile fare a meno di notare come questo calo di produzione andrà ad influire sul fabbisogno numerico di lavoratori. Proprio un anno fa, nel corso di un’intervista a “La Repubblica” (del 09/04/2020 a firma Giovanna Casadio), in pieno primo lockdown, il Sindaco di Saluzzo si dichiarava perché le conseguenze del Covid 19 avrebbero impedito la raccolta “privandoci degli stagionali”.

Calcolò in milioni di euro le perdite, in “tonnellate e tonnellate” la quantità di prodotto che sarebbe rimasto sugli alberi, si disse sicuro che nessuno avrebbe potuto installare le reti antigrandine a proteggere i raccolti.

Come da noi preventivato, non accadde nulla di tutto ciò. Furono in molti i giovani residenti a mettere a disposizione la loro manodopera, in un anno peraltro funestato da perdite di raccolto; per quanto minori rispetto a quelle preventivate per il 2021.

Di meglio si sarebbe potuto fare se l’allora ministro Bellanova (ItaliaViva) avesse voluto prendere in considerazione richieste di buonsenso promesse da Fratelli d’Italia quali il ripristino dei “voucher agricoli” e l’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza, anziché spendere tempo ed economie preziose in una sanatoria inutile, dannosa e poco o nulla utilizzata.

Tuttavia quel tipo di dichiarazioni del primo cittadino non furono solamente una grossolana
mancanza di visione in prospettiva, ma causarono un danno all’intero tessuto sociale di Saluzzo.

E’ causa di questo tipo di allarmismi, sommati alla gestione contorta degli anni precedenti,
l’arrivo di un numero di aspiranti braccianti superiore al necessario, senza regolari documenti lavorativi ed in un periodo di blocco degli spostamenti tra le regioni. Fatti che inevitabilmente portarono Saluzzo a divenire un campeggio a cielo aperto. I migranti occuparono l’intero parco di Villa Aliberti, ed in seguito le zone del cimitero e gli spazi condominiali del palazzo dove è ubicata l’INPS (arrivando anche a scassinare ed occupare le cantine dei condomini).

Una situazione gravissima, oltre che molto pericolosa da un punto di vista sanitario e sociale, che generò anche l’attenzione dei media nazionali.

Continuiamo a chiedere da tempo un cambio radicale nella gestione di questo problema da parte dell’amministrazione comunale, che lo scorso anno rigettò anche la nostra proposta di
attuazione del DASPO urbano. E’ evidente come l’applicazione di un velo ideologico sulla
questione stia ledendo fortemente al territorio, anche da un punto di vista d’immagine e di
ricaduta su di un turismo che sarà totalmente da reinventare.

Ci auguriamo che nel corso della stagione si vorranno mantenere toni meno allarmistici e si cerchi invece di lavorare a contatto e seguendo le indicazioni dei nostri agricoltori, un’eccellenza assoluta.

In una situazione di pandemia ancora tristemente in corso, l’apertura della struttura del PAS che tanto ha nuociuto sul saluzzese dovrà nuovamente essere sospesa. Sarà fondamentale evitare gli errori del passato, anche comunicativi.

Di fronte ad un numero sempre crescente di immigrati irregolari sul territorio italiano (gli sbarchi rispetto al 2020 sono addirittura triplicati), il rischio è quello di fare di Saluzzo una calamità. Sarebbe un grande vantaggio per lo sviluppo del lavoro nero, del vagabondaggio e del caporalato.