“C’è chi sostiene che in Italia ci sia solo il Monte Bianco […], ma quando sono ad Alba non vedo il Monte Bianco, bensì delle montagne bellissime. Soprattutto, vedo colline tutto intorno.
Devo dire che questo tipo di paesaggio variegato mi piace moltissimo. Non è detto che ci debba essere necessariamente una vetta, ritengo che ci siano
tantissime belle realtà che potranno crescere ancora e svilupparsi.”
Pietro Ferrero
Sono trascorsi 10 anni dall’improvvisa morte di Pietro Ferrero ma il suo ricordo è sempre vivo in noi. Sembra ieri, invece è ormai lontano quel 1987 in cui andai con il direttore di IDEA dell’epoca, Enrico Heiman, ad incontrare Pietro Ferrero nei suoi uffici all’interno dello stabilimento di Alba, per raccogliere la sua prima intervista rilasciata ai media. Allora aveva appena 24 anni e mi colpì subito per la sua squisita gentilezza, per la sua determinazione e soprattutto per come diede inizio al nostro colloquio: «Mio fratello ed io, pur avendo compiti differenziati, ci occupiamo entrambi dell’azienda seguendo l’esempio di nostro padre». Poche parole ma di grande significato che volevano evidenziare l’unione tra i due fratelli e l’impegno e l’entusiasmo che, unitamente al papà Michele, intendevano portare in Ferrero per consentirle di compiere un ulteriore sviluppo a livello internazionale. Una missione che ancora oggi il fratello Giovanni Ferrero porta avanti con grande capacità e spirito di innovazione.
Nel prosieguo dell’intervista emergeva chiaro l’intento di Pietro e della sua famiglia di voler accrescere, attraverso l’opera sociale della Fondazione Ferrero presieduta con sensibilità e dedizione dalla mamma Maria Franca, la già forte coesione esistente con le donne e gli uomini che lavoravano per il colosso albese.
Pietro Ferrero era un ragazzo straordinario: mancato a soli 47 anni, ha lasciato un ricordo indelebile sia per le sue capacità manageriali sia per la sua semplicità e l’amore immenso che nutriva nei confronti di Alba e di tutto il territorio.
In questo triste decennale sono vicino a tutta la famiglia Ferrero e, in particolare, rivolgo un pensiero affettuoso ai figli di Pietro e Luisa Ferrero: Michael, Marie Eder e John. Tre splendidi ragazzi che devono essere orgogliosi di quanto ha fatto il loro papà. Certo di interpretare il pensiero e i sentimenti dei tantissimi lettori di IDEA, voglio ricordare, con immutata stima e gratitudine, un uomo che, pur avendo ricoperto un ruolo importantissimo e di grande responsabilità, ha sempre dimostrato a tutti di essere “uno di noi”.
Caro dottor Pietro, non la dimenticheremo mai.