Una nutrita rappresentanza di attività di Alba, coordinate dall’Associazione Commercianti Albesi ha partecipato martedì 13 aprile scorso alla manifestazione organizzata a Cuneo in concomitanza con l’Assemblea nazionale della FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
Sulla piazza del capoluogo, come in moltissime piazze d’Italia a partire dalla capitale, hanno fatto sentire la sua voce le categorie del commercio e della ristorazione, stremate da lunghi mesi di chiusure, incertezze e ristori irrisori rispetto alle perdite subite.
Il momento di protesta, civile e ordinata ma ferma e vibrante, ha visto in quel di Roma la partecipazione di Mariuccia Assola, in rappresentanza degli operatori dei pubblici esercizi albesi. A Cuneo hanno preso parte alla manifestazione Marco Scuderi e Edoardo Accossato dell’ACA, Tino Marolo per la categoria degli Operatori su Area Pubblica, Marta Amato e Flavia Boffa per il settore horeca, Micaela Delsanto, Ilaria Tortone e Raffaella Maffè per gli esercenti del centro storico, Monja Amione per le piccole strutture ricettive.
«È stato un incontro molto proficuo – dichiara Assola – perché la richiesta di avere una data certa di riapertura è stata condivisa trasversalmente da tutte le categorie facenti parte del nostro comparto. Dagli chef tristellati agli esercenti più piccoli, tutti hanno dichiarato di essere allo stremo: abbiamo ricordato come dietro alle attività ed ai rispettivi collaboratori ci siano intere famiglie che stanno vivendo momenti drammatici.
Aprire in sicurezza si può fare. Lo ha dimostrato proprio la città di Alba, quando l’autunno scorso, seppure per poche settimane, è riuscita a gestire un evento come la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba attraverso l’adozione ed il rispetto di tutti i protocolli e delle norme anti-contagio, senza problemi né per gli operatori, né per i turisti.
Ritengo che oggi, con la bella stagione alle porte e la possibilità di utilizzare gli spazi esterni, i locali possano tornare a lavorare in assoluta sicurezza, essendo unanimemente riconosciuto dagli esperti che all’aperto il rischio di contagio è estremamente ridotto.
Possiamo lavorare – conclude Assola – in un contesto di responsabilità che gli operatori devono e possono assumersi».
«Mantenere vive le nostre attività equivale a mantenere vivo un pezzo di futuro del nostro Paese – afferma il presidente ACA Giuliano Viglione – . Ma per garantire la continuità operativa, le imprese devono poter fare programmazione. Senza un orizzonte di medio-lungo periodo e cioè nelle condizioni in cui i comparti si trovano ormai da troppo tempo, non solo è difficile progettare il futuro, ma in alcuni casi è difficile sopravvivere. Non è più tempo di tergiversare, occorre trovare un modo per convivere con il virus, di qui ai prossimi mesi, fino a quando sarà definitivamente sconfitto».
c.s.