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«Sempre in prima linea per fare prevenzione»

Gian Massimo Vuerich è l’anima del Gruppo di Protezione Civile di Bra fin dalla sua creazione

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«Ho dedicato tante e­ner­gie alla Pro­te­zio­ne Civile di Bra e continuerò a farlo, finché non raggiungo la pensione». Lo dice ridendo, Gian Mas­simo Vuerich che, a pochi mesi dal traguardo degli 80 anni, conti­nua a guidare con entusiasmo il Grup­po Civico Vo­lontari di Prote­zione Ci­vile di Bra. A IDEA il Presidente ha raccontato al­cuni dei momenti più im­portanti della realtà di vo­lontariato attiva sotto la Ziz­zola, dal “quartier generale” in via Euclide Milano agli interventi fatti. Sempre avendo come priorità l’essere d’aiuto al prossimo.

Presidente, partiamo con un po’ di storia del Gruppo Civico Volontari di Protezione Civile di Bra?
«Il Gruppo nasce nel 1997. Nel 1996 sono stato delegato dall’allora sindaco Franco Guida a occuparmi di Protezione Ci­vile nel territorio comunale. Da lì a un anno, su mio impulso, è stato costituito il Gruppo con l’adesione di 8 persone. Ora il nostro quartiere generale è in via Euclide Milano 18 a Bra, però ci sono state tante tappe intermedie! All’at­to della co­sti­tu­zione, abbiamo coabitato con il Servizio Comunale di Pro­tezione Civi­le in via Sar­tori. In seconda battuta ci siamo trasferiti nel fabbricato in disuso di vicolo Fossaretto. Nel 2004 abbiamo fatto richiesta di assegnazione di un’area in via Mila­no, area in dismissione, e grazie all’aiuto di tanti volontari e di tanti cittadini, ci siamo costruiti la sede attuale. Sottolineo “ci siamo” costruiti. Siamo attrezzati, perché disponiamo di tre mezzi operativi: un pulmino, un camioncino con gru e verricello, un “pick-up” con verricello e gancio-traino. Abbiamo anche una terna con pala meccanica, dotata di elettro escavatore. Poi sala riunioni, garage, con la possibilità di alloggio delle squadre, grazie a posti letto, al piano superiore. Siamo un gruppo attivo e ben equipaggiato!».

Su quanti volontari può contare la sua squadra?

«Attualmente siamo 28. Pos­siamo accogliere anche persone che devono svolgere lavori socialmente utili. Mi soffermo su questo punto, perché sono rimasto piacevolmente colpito. La maggior parte di costoro decide di continuare con noi e di diventare volontari. Significa che si sono sentiti accolti e hanno capito il significato di quello che facciamo, so­prattutto a favore della collettività. Siamo sempre alla ri­cerca di nuove forze, c’è bisogno di “turnover”. Occorre presentarsi al nostro quartiere generale. Il numero ideale per una squadra, è di 30 volontari».

Quali sono gli interventi più importanti a cui avete preso parte?
«Nell’autunno scorso siamo intervenuti a Garessio e Li­mone Piemonte in seguito all’alluvione che ha colpito, i due Comuni. Da poco, invece, abbiamo terminato l’operazione di pulizia del rio Laggera in frazione Pollenzo di Bra, a monte del ponte di strada Franca. Negli anni abbiamo partecipato a tante operazioni. Penso alle pulizie dei torrenti e dei fiu­mi, quelli più importanti della nostra provincia. Dal 2000 con l’operazione “Varaita” e fino al 2006, ci siamo dedicati a questo, con grande vigore. Abbiamo sempre risposto “presente” a tutte le operazioni riguardanti i terremoti, da L’Aquila a Norcia, trascorrendo 10-15 giorni in loco. Insieme alla Regione Pie­monte, inoltre, siamo intervenuti in soccorso alla Francia, ad Arles, per l’alluvione. Non abbiamo mai detto di no a niente e nessuno».

Quanto e come vi ha visto, e vi vede, protagonisti l’emergenza Covid?

«Nel marzo del 2020 siamo partiti con la distribuzione porta a porta dei pacchi alimentari e delle mascherine. Inoltre abbiamo fornito i tamponi alle case di riposo, dopo averli prelevati nella sede centrale a Fossano; abbiamo consegnato igienizzanti e trasferito i personal computer agli studenti per la didattica a distanza. Siamo mai stati fer­mi e non lo siamo nemmeno ora, perché l’emergenza, purtroppo, prosegue».

Che significato ha per lei fare parte della Protezione Civile?
«È un modo per porsi a servizio di chi ha bisogno. Io lo faccio mosso dalla volontà di fare opera di prevenzione. Dopo aver visto quello che è successo nel 1994, con il disastro che ben ricordiamo, ci era venuto in mente con l’allora Sindaco di mettere in moto una struttura e un qualcosa che fosse in grado di intervenire, sì a posteriori, ma anche per cercare di prevenire. Bra è una città riparata dal punto di vista idrogeologico, però abbiamo messo a disposizione le nostre capacità e il nostro impegno. Questo lo spirito che ci ha guidati fin dall’inizio e che ci fa andare avanti!».