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La scelta è ricaduta su Lidia Beccaria Rolfi

La scrittrice, insegnante ed ex deportata di Mondovì è la più votata come nome della biblioteca di Saluzzo

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“Biblioteca Li­dia Bec­ca­ria Rolfi”. È il nome del­la nuova “casa dei libri” di Saluzzo nell’ex caserma “Musso”. Quello della scrittrice, insegnante ed ex deportata di Mondovì è risultato il nominativo più votato dai saluzzesi. Su 1.479 preferenze espresse sul web, con i tagliandi e dalle scuole cittadine, Beccaria Rolfi ne ha totalizzate 770. Seguono Alessio Ollivero con 277, Alexander Langer 105, Maria Montessori 72, Alda Merini 68, Gianni Rodari 60, An­to­nio Bodrero 55, don Lorenzo Milani 45, Lalla Romano 18 ed Elsa Morante 9. La Giunta Comunale ha approvato la delibera che ufficializza la scelta del nuovo nome. Nel fine settimana del 26-27 giugno è in programma l’inaugurazione a cui è annunciata la presenza del figlio Aldo. Dice: «È una notizia stupenda e mi onora sapere che il nome di mia mamma sarà legato alla nuova biblioteca. Credo sia un riconoscimento ulteriore per la sua attività di testimone delle deportazioni e dei campi di sterminio che ha portato avanti dagli Anni ’50 in poi». «Mamma era molto affezionata a Saluzzo e alle sue valli», prosegue. «Lì ha iniziato a lavorare, è entrata nella Re­sistenza, è stata arrestata e anche rinchiusa nella Ca­stiglia. Quando dovevo venire a Sa­luzzo mi accompagnava sempre volentieri perché a­veva piacere di fare un giro sotto i portici e poi su fino dove c’è l’ex carcere».

«Come Amministrazione co­mu­na­le», aggiunge il sindaco Calderoni «siamo molto soddisfatti per la conclusione di questo processo partecipato per la scelta del nome e per la figura individuata dai cittadini con il maggior numero di voti. La nostra biblioteca sarà intitolata ad una donna, un’insegnante, una scrittrice e una testimone delle atrocità del nazismo e fortemente e convintamente antifascista. Una figura di spicco del panorama culturale della provincia di Cuneo, forse ancora poco conosciuta soprattutto ai più giovani, che potrà anche dare nuovi e ulteriori spunti di approfondimento e di studio sulla sua opera e sui suoi pensieri. Una persona le­gata a Saluzzo e a cui Saluzzo lega con entusiasmo il suo nome almeno per i prossimi decenni».

Lidia Beccaria Rolfi era nata a Mondovì l’8 aprile 1925 dove è morta il 17 gennaio 1996. Originaria di una famiglia contadina, frequenta le Magistrali a Mondovì e si diploma nel luglio 1943. Ad ottobre di quell’anno ha il suo primo incarico come maestra nella scuola di borgata Tor­rette a Casteldelfino. In alta Valle Varaita prende contatto con la Resistenza ed entra nella XI divisione “Gari­baldi”, XV brigata “Saluzzo” come staffetta, con il nome di “Maestrina Ros­sana”. Il 13 aprile del 1944, dopo una spiata, viene fermata a San Maurizio di Frassino dai fascisti repubblichini e portata all’Albergo dell’An­gel­o a Sampeyre dove viene torturata. La mattina dopo viene messa davanti ad un finto plotone di esecuzione, prima del trasferimento a Saluzzo, poi a Cuneo e infine alle “Nuove” di Torino. Dopo più di 3 mesi in cella, il 27 giugno 1944 inizia il suo viaggio in treno per Ravensbruck dove è rimasta fino al 26 aprile 1945.