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L’ingegnere è un umanista

Il ciclo di incontri della Fondazione Ferrero prosegue domani, venerdì 23 aprile, con la conferenza che avrà come relatore Vittorio Marchis

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“L’ingegnere è un umanista?” è il titolo della conferenza che il professor Vittorio Marchis (foto sotto a destra) terrà alla Fondazione Ferrero do­mani, venerdì 23 aprile alle 18, presentato da Piero Bianucci (foto sotto, a sinistra). Ordinario di Storia e Filosofia della Scienza al Politecnico di Torino, Vittorio Marchis viene dall’ingegneria aerospaziale ed è transitato per la meccanica in una lunga marcia che l’ha portato alla presidenza dell’Istituto su­periore di studi umanistici (Issu, ora Susst). La meccanica si occupa di macchine ed è presumibile che Marchis le ami, anche perché ne studia la gestazione nei documenti brevettuali. Tuttavia, non esita a sventrarle per esporne le viscere in teatrali autopsie di lavatrici, apparecchi telefonici, caffettiere. Lo ha fatto anche nell’aula magna di Anatomia dell’Università di Torino dove insegnò Giuseppe Levi e furono studenti i premi Nobel Salvador Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini. Chi associa l’ingegneria a una disciplina grigia e non alla fantasia dovrà ricredersi ascoltando Vittorio Marchis e non sfuggirà all’attrazione della sua vorace ed eccentrica creatività. La conversazione prenderà spun­to dall’ultimo libro di Marchis “Dall’arte… allo zero. Piccolo dizionario filosofico dell’ingegneria” (Mondadori Univer­sità). È un “dizionario” so­lo perché dispone i (pochi) lemmi in ordine alfabetico. Ma ogni lemma, in realtà, è una coppia di parole (affiancate, connesse o contrapposte a seconda dei casi). La conferenza sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook della Fondazione.

BaNNER
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