In un secolo e mezzo è cambiato un po’ tutto: le abitudini, i valori sociali, le attività che producono reddito, le ideologie. Ciò che è rimasto immutato è il bisogno di essere informati. Conoscere ciò accade dietro casa è una necessità che va oltre ogni epoca e ogni moda e che, probabilmente, garantirà ancora lunga vita ai giornali di informazione locale. Tra questi c’è Il Saviglianese che ha intercettato tale esigenza ben 163 anni fa, dando vita a una realtà che, eccezion fatta per gli stop forzati imposti dai conflitti bellici, ha sempre portato avanti la missione di informare la comunità del luogo senza preclusioni. Lo fa tutt’oggi, sotto la guida del direttore Valerio Maccagno.
Direttore Maccagno, come si raggiunge una longevità del genere?
«La chiave sta nel guardare sempre avanti, anche nei momenti più complicati, cercando di introdurre novità e restando al passo con i tempi. Nel caso del Saviglianese, poi, credo sia risultato fondamentale restare autonomi. Come era solito dire mio padre Mario, che ha diretto il settimanale per ben 44 anni, “Il Saviglianese non ha né padroni né padrini” e, di conseguenza, fa dell’indipendenza una vera e propria bandiera».
Oggi come si traducono in concreto questi princìpi?
«Per non perdere l’autorevolezza che abbiamo acquisito, sia sulla carta che sul web, continuiamo a procedere mantenendo la “schiena diritta”, con l’obiettivo di raccontare nel migliore dei modi la verità dei fatti, senza condizionamenti o preclusioni e, anzi, aprendoci al dialogo con tutti. È una grande responsabilità, ma non vogliamo tradire la fiducia dei lettori; fiducia che ha continuato a essere tale anche in epoca di Covid, come dimostrano i dati positivi che abbiamo registrato relativamente ad abbonamenti e vendite».
A proposito di emergenza sanitaria, quale linea avete adottato da un anno a questa parte?
«La stessa che adottiamo abitualmente, ovvero quella che prevede un’attenta verifica delle fonti e un’approfondita opera di ricerca da parte del giornalista, senza rinunciare alla nostra consueta “apertura” che, nel tempo, ci ha portato ad ascoltare anche numerose… confidenze».
La verifica delle fonti e l’approfondimento dei fatti non dovrebbero essere garantiti?
«Certo e non dovrebbero mai venire meno… Ma con l’avvento dell’informazione online e dei social network, tutto viene messo in discussione e il rischio per il lettore di imbattersi in “fake news” aumenta. Noi ci battiamo per evitare che ciò si verifichi».
Il vostro rapporto con i canali digitali?
«Sono un’opportunità. Questi strumenti permettono al nostro giornale di diventare, almeno online, un quotidiano, ovvero di pubblicare in tempo reale notizie, specie di cronaca, che difficilmente si presterebbero per l’edizione cartacea, in uscita solo alcuni giorni dopo. Il cartaceo, invece, si conferma come spazio ideale per l’approfondimento e l’avvio di dibattiti sui temi maggiormente sentiti dai saviglianesi».
Ci vuole fare alcuni esempi?
«Il dibattito, che spesso viene alimentato dai lettori stessi attraverso le lettere, si concentra su tutti gli aspetti della quotidianità saviglianese. Cito, ad esempio, il rafforzamento delle sponde del Maira, le vicende della Banca Crs, i progetti di due importanti realtà imprenditoriali che caratterizzano il nostro territorio, come Alstom e Saint-Gobain, la sanità, con gli aggiornamenti relativi al tema del nuovo ospedale. E poi, fedeli alla nostra filosofia, osserviamo cosa c’è “domani”…».
Cosa si scorge osservando l’orizzonte dal territorio saviglianese?
«Si vede un’area con grandi potenzialità inespresse. Savigliano è baricentrica e può mettere a disposizione dei visitatori un’offerta davvero importante. Penso al Museo Ferroviario, al Museo Civico e alla Gipsoteca Calandra, alla Fiera della Meccanizzazione Agricola, alla Rassegna Quintessenza, al Muses. Insomma, il menù è ricco ma va comunicato in modo adeguato».
Quali sono, invece, le prospettive del settimanale?
«Vogliamo proseguire sulla strada che stiamo percorrendo, alimentando il positivo rapporto che ci lega ai nostri lettori e spronando tutti gli attori della realtà saviglianese a fare del loro meglio per la crescita della comunità».