L’ideatore del progetto, Sergio Parola, racconta com’è nata l’idea: «In questo momento particolare la gente ha voglia di stare all’aria aperta e noi abbiamo a disposizione questi terreni da quattro generazioni. Mio padre, i miei nonni e bisnonni concimavano in maniera naturale e quando sono diventato proprietario ho destinato un solo terreno verde per il fieno. Abbiamo poi anche un pozzo che consente di raccogliere e climatizzare l’acqua. L’agronomo Davide Mondino si è accorto infatti della genuinità del luogo e del fatto che fosse esente da qualsiasi prodotto chimico e sintetico e per questo motivo ha accettato di aderire all’idea. In questi orti si coltiva in maniera completamente naturale, per davvero: la parola “bio” è secondo me molto inflazionata e molta gente pensa sempre di comprare il “bio”, ma probabilmente non tutto lo è. Questi terreni, invece, sono esposti ai raggi solari a 360 gradi, senza alberi che creano ombra e ciò permette alla verdura di crescere molto bene». Aggiunge poi: «A Cuneo esistevano già altri orti, ma sono diversi; così, prima di iniziare, sono andato a visionarne altri ad Alba, Bra, Trinità, Fossano e Dronero, prendendo spunto e aggiungendo poi le nostre idee. Purtroppo abbiamo subìto un rallentamento a causa della pandemia da Covid-19: i tempi per la realizzazione si sono dilatati e sono quasi raddoppiati rispetto al previsto. Nonostante ciò siamo riusciti comunque a portare a termine il progetto grazie anche al contributo degli architetti Giacomo Doglio e Flavio Bruna, con quest’ultimo che si è occupato anche del progetto di riqualificazione urbana di piazza del Foro Boario a Cuneo».