Home Articoli Rivista Idea «Animiamo i teatri antichi portando in scena quest’estate grandi titoli della classicità»

«Animiamo i teatri antichi portando in scena quest’estate grandi titoli della classicità»

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Basta tavoli, più tavole. Possiamo sintetizzare in uno slogan la richiesta che Monica Guerritore ha rivolto alle istituzioni, invitando a passare dalle parole ai fatti. Dai tavoli di discussione alle tavole del palcoscenico. Torniamo a lavorare, apriamo i siti archeologici, animiamo le arene e i teatri greci e romani disseminati da nord a sud, organizziamo un “magico tour del dramma antico”, accogliamo i turisti con la cultura e la bellezza. Un appello affidato alla piattaforma change.org che in pochi giorni ha raggiunto migliaia di adesioni e che cresce tuttora. «Gli attori non aspettano altro». L’idea è quella di proporre i grandi titoli della tragedia e della commedia classica affidati a quattro o cinque registi di consona formazione, in grado di penetrare in modo semplice, senza ingenti apparati scenografici e di costumi, le parole, i dialoghi, le dinamiche che muovono l’animo umano. Niente di più appropriato dei grandi classici della miglior tradizione. Prometeo Incatenato, Medea, Antigone, Favola di Amore e Psiche sono i titoli dispiegati lì per lì ma il cartellone non è ancora definito. In itinere è la collaborazione con l’Inda, Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, chiamato a interloquire fattivamente, investendo sui propri insegnanti cooptabili per gli adattamenti e l’impostazione dei cori. Ogni compagnia dovrebbe essere costituita da un nome di richiamo (interpellata nel merito cita Umberto Orsini, Alessio Boni, Gabriele Lavia, Maddalena Crippa, Elisabetta Pozzi) e giovani attori reclutati “in casa”. Il che significa che per un teatro situato, per esempio, a Ivrea, ci si potrebbe valere di attori ivi residenti. La scommessa è far rivivere spazi abbandonati o inutilizzati, e animarli partendo dalle fondamenta, dalle origini della nostra civiltà. L’appuntamento dovrebbe essere alle 18, secondo la tradizione sempre mantenuta dal Teatro Greco di Siracusa, «per cominciare in penombra, illuminati dagli ultimi raggi della ragione e piano piano scivolare nel buio, dove l’emozione e il sentimento puro è più vero».