C’è un’Alba tra le stelle e ha appena compiuto quarant’anni: il pianetino che porta il nome della Capitale delle Langhe è stato scoperto il 28 febbraio del 1981 dall’astronomo Giovanni De Sanctis insieme al collega belga Henri Debehogne durante una missione all’Osservatorio Australe Europeo in Cile. L’asteroide porta il numero 16.368, ha un diametro di 17 chilometri e in circa cinque anni e sette mesi completa un’orbita intorno al Sole a una distanza media di 450 milioni di chilometri, pari a tre volte la lontananza fra Terra e Sole. L’idea di candidare il nome di Alba all’International Astronomical Union, per dare lustro alla città che si è distinta nella lotta di Resistenza ed è il riferimento di un territorio di grande interesse enogastronomico, è venuta all’astronomo Mario Di Martino, con cui De Sanctis allora collaborava come tecnico del gruppo di planetologia dell’Osservatorio di Pino Torinese: «È un territorio in cui venivo spesso, così mi sono chiesto: perché non attribuire il meteorite ad Alba, che è una città antica e famosa?, spiega. «Ma alla fine, anziché “Città di Alba”, si è chiamato “Citta di Alba” senza accento, perché gli americani non lo usano. Oltre a questo, altri asteroidi sono stati nominati “Barolo”, “Barbaresco”, “Micheleferrero” e “Roero”».
Nella foto sopra, datata 13 novembre del 2009, la consegna ufficiale dei documenti che sigillano il gemellaggio tra la Alba delle Langhe e la Alba delle stelle, con l’assegnazione del nome Alba al meteorite in orbita fra Marte e Giove. Da sinistra si riconoscono: il giornalista Piero Bianucci, l’astronomo Mario Di Martino, l’ex sindaco Maurizio Marello e l’astronomo Giovanni De Sanctis.