ll “minüsiè “di Lequio Tanaro è famoso per le sue caratteristiche panchine, chiamate inizialmente degli “ex innamorati” poiché le due persone che si accomodano, sedendosi, si trovano a guardare in due direzioni opposte. Da qui sono nate quelle di Dogliani dedicata agli innamorati della lettura, posta davanti alla biblioteca Luigi Einaudi, quella di Sant’Anna di Vinadio per accogliere i pellegrini e quella di Paroldo, dedicata alle misteriose Masche, per citarne solo alcune. A Lequio Tanaro, suo paese natale, una ricorda il passaggio del Giro d’Italia e “cura” gli astemi offrendo la possibilità di inserire negli intagli centrali due bicchieri e una bottiglia. Siccome l’abbinata “sedersi-bere un bicchiere” in Langa è molto apprezzata, sono arrivate quelle dello stesso stile destinate al belvedere di Diano d’Alba. «Ogni panchina è creata con passione perché per me è un piacere vedere il pezzo di legno che piano piano si trasforma in un oggetto che verrà utilizzato da qualcuno che deciderà di trascorrere del tempo insieme», racconta Leardi. La scelta del materiale è ben precisa, legno di rovere recuperato da travi dismesse con cui il falegname-scrittore modella le sue creazioni per esprimere il suo rispetto e l’attaccamento alla terra dove è nato. Il rovere rappresenta infatti la forza della gente di questo territorio che ha saputo sollevarsi e creare nel tempo una nuova prosperità. Tra le panchine più recenti ci sono quelle di Belvedere Langhe, davanti al monumento dei caduti e quella rossa in provincia di Treviso, contro la violenza sulle donne. Ogni opera è accompagnata da una dedica personalizzata, quella che si trova nel prato davanti al municipio di Priocca suggerisce: “per riposo, due chiacchiere, due baci”. Senza contare quelle realizzate per committenti privati per festeggiare fidanzati novelli, nozze d’oro e addirittura prete e fedele per una confessione davvero particolare. Una delle preferite dell’artista resta senza dubbio quella di dimensioni un po’ ridotte, dedicata al suo nipotino.