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Superbonus 110% proroga al 2023

Estensione delle detrazioni anche a strutture ricettive come alberghi, agriturismi e affittacamere: ecco le tante novità!

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Siamo tutti in attesa della proroga del Superbonus al 31 dicembre 2023, o addirittura al 2024 opportunità che sarà finanziata con la Legge di Bilancio 2022. È nell’aria, quindi, la proposta che nei prossimi provvedimenti verranno stanziati i fondi, attraverso risorse provenienti dal Recovery Fund e dal Fondo complementare.

Vista l’innumerevole burocrazia del 110%, i tempi lunghi che comportano le ristrutturazioni degli edifici, la crisi che sta vivendo il nostro Paese, l’importante obiettivo da raggiungere della riduzione delle emissioni al 2030, la proroga non può che essere un passaggio obbligatorio.
Nella manovra, si prevedono inoltre ulteriori semplificazioni delle procedure estendendo la detrazione anche alle strutture ricettive, a partire da alberghi, agriturismo e affittacamere, per dare una spinta tanto al turismo quanto all’occupazione. C’è inoltre chi propone l’inclusione degli immobili diruti privi dell’impianto di riscaldamento (attualmente non fattibile).
Naturalmente rimarranno invariati gli interventi, tra cui: l’isolamento, infissi efficienti, sostituzione di sistemi di riscaldamento e condizionamento e installazione di impianti per la generazione di energia rinnovabile. Anche l’ammissibilità degli interventi, sarà sempre condizionata ad un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, dimostrabile tramite il confronto con l’attestato di prestazione energetica (APE) prima e dopo l’intervento.
Molti saranno i vantaggi di questa proroga: la creazione di posti di lavoro nella filiera dell’edilizia e la produzione di beni e servizi per le abitazioni, agevolando anche le categorie più deboli colpite dalla pandemia.
Ad oggi, l’attuazione del Superbonus, ha incontrato molti ostacoli, tra questi, la necessità di attestare la conformità edilizia che comporta attese fino a 6 mesi per l’accesso agli archivi edilizi comunali e successivamente altri 6 mesi per eventuali sanatorie e validazione dei progetti finalizzata a realizzare i lavori.
Tra le misure in cantiere, si sta valutando di modificare le regole relative alla certificazione di conformità urbanistica, sostituendola con una Cila (Comunicazione inizio lavori asseverata) o cancellandola del tutto.
Per rendere più veloce l’avvio dei cantieri, le modifiche in cantiere riguardano anche la VIA, Valutazione di impatto ambientale, per la quale il decreto in arrivo dovrebbe snellire l’iter di autorizzazione ai lavori. Per cui l’obiettivo più importante di queste misure, sarà rimuovere gli ostacoli burocratici attraverso la semplificazione documentale dell’iter amministrativo per l’avvio dei cantieri. Un problema che dovrebbe essere affrontate nel nuovo decreto
“Sem­plificazioni”.
Oltre a quello dell’irregolarità edilizia, ostacolo non da poco, è la cessione del credito, che sta rallentando i tempi di attuazione. La maggior parte delle operazioni è effettuata con banche e finanziarie e le procedure per l’ottenimento del benestare bancario sono molto complesse, con questa manovra, sarebbe auspicabile, anche un allentamento della burocrazia bancaria. Secondo i dati Enea, “dall’entrata in vigore del bonus al 23 marzo del 2021 sono in lavorazione circa ottomila pratiche per un ammontare ammesso a detrazione realizzato di circa 620 milioni di euro”.
Pochissime! Perché il sistema è ancora troppo complesso e farraginoso.
Al momento, per quanto riguarda il Superbonus, il tempo limite potrebbe restare il 30 giugno del 2023, ma ciò non significa che tale agevolazione sia destinata a sparire dopo quella data, “si vocifera” che si tenderà a mirare ad una semplificazione che comprenda tutte le aliquote fiscali, con una previsione unica al 75%.
La presenza del superbonus nel PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) è quindi essenziale e deve essere prorogato fino al 2023, molti sono i motivi per estendere questa misura: in primo luogo il risparmio energetico e la sicurezza strutturale, un tema purtroppo noto a chi ha vissuto l’esperienza di un terremoto, la redistribuzione della ricchezza, perché tutti possano migliorare la propria abitazione. Quindi se non introducono una manovra di sburocratizzazione, mettendo in condizioni cittadini, enti locali e imprese di operare con regole chiare, certe e con tempistiche adeguate, resta difficile muoversi nella giungla delle detrazioni fiscali.