Home Articoli Rivista Idea «Abbiamo tanti buoni motivi per festeggiare i nostri primi 10 anni»

«Abbiamo tanti buoni motivi per festeggiare i nostri primi 10 anni»

Li illustra Alessandro Visentin, vicepresidente dell’organizzazione del terzo settore che opera a Bra

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Nel 2021 compie 10 anni Lune­tica, cooperativa sociale nata e operativa a Bra. Localizzato inizialmente nel quartiere Madonna dei Fiori e frutto dell’esperienza di comunità e di lavoro sociale, con gli anni l’organizzazione del terzo settore ha ampliato i propri orizzonti e oggi può contare su un équipe multi-professionale. «Ci occupiamo di educazione e di la­voro sociale, prevalentemente con la fascia giovanile», ci spiega Alessan­dro Vi­sentin, vicepresidente di Lu­netica, con il quale approfondiamo la conoscenza della realtà cooperativa braidese.

Alessandro Visentin, quando ha fatto conoscenza di Lunetica?

«Ho incrociato l’esperienza di Lunetica nel 2010, come volontario e studente universitario, prima ancora che diventasse una cooperativa e non ci siamo più lasciati».

Cosa significa oggi essere vicepresidente di un’organizzazione del terzo settore?
«Lavorare nel terzo settore e nel “no profit” oggi significa anche imparare linguaggi nuovi, che una volta erano relegati all’ambito aziendale. Occorre, per esempio, coniugare la parte del sociale con quella amministrativa-economica. Il “no profit” non genera dividendi, non ha scopo di lucro, però è chiaro che le attività devono essere sostenibili. Coniugare questi due a­spetti non è affatto semplice. Chiaramente ci sono delle funzioni che competono al presidente (Federica Gemelli, ndr), ma essere il vi­ce non vuol solo dire fare il nu­mero 2. Siamo una squadra in cui oguno ha delle responsabilità, e io, tra le altre cose, mi occupo delle relazioni esterne».

Quali sono i risultati più im­portanti che avete ottenuto in questi anni?
«Sono due gli aspetti che, a mio avviso, più hanno pagato in questi anni. Il primo è la ricerca continua della qualità. In ambito educativo non è scontato, così come non lo è nel terzo settore. Significa aver fatto delle scelte, convinti che nel tempo avrebbero dato i loro frutti, anche in anni difficili. Essere attivi da 10 anni, pur avendo una dimensione ridotta rispetto ad enti storici e molto grandi presenti sul territorio, è un bel traguardo che testimonia la bontà del lavoro fatto. All’inizio eravamo in 5 e oggi siamo 35, ci sono tanti motivi belli per festeggiare. Il nostro è un lavoro che ha a che fare con la rivendicazione dei diritti, di chi non li ha e di chi non li può o non li sa rivendicare. La nostra è una re­sponsabilità etica. Le persone con cui lavoriamo spesso sono in condizioni di s­van­­taggio. Siamo molto at­tenti alla formazione e da noi opera solo gente qualificata».

E il secondo aspetto?
«L’essere veramente presenti sul territorio. Noi camminiamo per le strade, ascoltiamo le persone. Cerchiamo sempre di immaginare progetti che rispondano a bisogni reali. Per scelta, non ci siamo ingranditi eccessivamente, preferiamo scegliere dove investire energie e con che persone farlo».

Quali sono le iniziative a cui è più legato?

«Il progetto “Scuole aperte” dell’associazione Quartiere Madonna dei Fiori, è stato fondamentale anche per l’avvio di Lunetica. Si tratta di un progetto di gestione di laboratori di tempo libero e di percorsi con la scuola media, che si localizza nel centro di aggregazione giovanile, presso la “casetta” in via Edoardo Brizio, la nostra base. Pen­sando agli ultimi anni, cito il Summer Camp che lavora sull’autonomia dei bambini con disturbi dello spettro autistico. E poi il nuovo parco giochi inclusivo, inaugurato a maggio del 2019, all’interno del parco Atleti Azzurri d’Italia, realizzato da Lune­tica in collaborazione con il Comitato di Quartiere Ma­donna dei Fiori».

I vostri prossimi passi?
«Ci stiamo immaginando un calendario di eventi per celebrare i nostri 10 anni e fare il punto di cosa abbiamo fatto e di dove vogliamo andare. Ab­biamo in mente diverse linee di sviluppo, sia sotto il profilo di servizi per il territorio che coinvolgendo anche altri territori e prendendo in considerazione ambiti diversi. La strada da fare è ancora lunga e i bisogni sono moltissimi».