Il velivolo Pilatus Porter condotto da Corrado Gex si schiantò sulle colline di Castelnuovo di Ceva nel grigio pomeriggio del 25 aprile 1966, spezzando la giovane vita del promettente deputato valdostano, assieme a quella di altre sette persone di equipaggio.
Il tempo, si sa, mitiga il dolore, e offusca il ricordo. Ma non è questo il caso della vicenda Gex. «Gli anni successivi all’incidente», ricorda il sindaco di Castelnuovo Mauro Rebuffo, che ci ha accompagnato nel luogo dello schianto «venivano organizzati dei veri e propri pellegrinaggi dalla Valle d’Aosta, per ricordare Gex. Una figura eccezionale, per la politica locale. Al cinquantesimo anniversario, in paese si tenne una cerimonia con la presenza del presidente della Regione Val d’Aosta Rollandin; nell’occasione, intitolammo una piazzetta a Gex ed inaugurammo un monumento in pietra di Langa, a memoria sua e dell’equipaggio».
Un ricordo che non si spegne, dunque, per una figura decisamente interessante.
Ma c’è un altro motivo per cui lo schianto aereo di Gex si mantiene vivo nell’immaginario collettivo: perché l’episodio, anche dopo tanti anni, rimane al centro di una serie di misteri. Che si traduce concretamente in due inchieste recenti, la prima datata 2009 ed archiviata, la seconda tuttora in corso da parte della Procura della Repubblica di Cuneo.
Il cuore del caso: sono in molti a non capacitarsi del fatto che Gex, noto come “il pilota dei ghiacciai”, in grado di realizzare imprese quasi impossibili a bordo di un velivolo, abbia potuto commettere una “imperizia per evitare formazioni nuvolose di tipo temporalesco” (come risultò dalle inchieste) tale da costare la vita a lui e all’equipaggio. La famiglia, innanzitutto, ma nel recente passato anche Igino Melotti, personaggio singolare da sempre «fermamente convinto che Gex fu vittima di un attentato», autore di due libri (di uno di essi, il Tribunale di Milano ha ordinato il ritiro e la distruzione delle copie in commercio perché contenente frasi considerate diffamatorie nei confronti di chi indagò all’epoca) e di una ricchissima bibliografia sul tema. Potere, instabilità politica, Servizi segreti, sullo sfondo di una storia che ancora da un lato oggi solletica la curiosità.
Tra i principali appassionati (dal punto di vista puramente storico) della vicenda Gex c’è Roberto Prato, il cui padre fu uno dei primi ad accorrere sul luogo della tragedia, conservandone un ricordo molto lucido. «In arrivo da Le Castellet» racconta Prato, «Gex partì dall’aeroporto di Albenga diretto a Torino, da dove avrebbe proseguito per Aosta, con il Pilatus Porter, un aereo Stol in grado di salire ad alta quota, che gli avrebbe consentito di superare agevolmente il Col de Nivolet. All’epoca si parlò di “condizioni meteo proibitive” in quella giornata, ma pare che le testimonianze dirette fossero in realtà discordanti».
Il velivolo fu poi avvistato vagare apparentemente senza meta nei pressi di Millesimo, tra una vallata e l’altra: volava ad altezza alberi, pareva aver problemi di traiettoria e con i giri del motore, con continue accelerazioni e decelerazioni. Con un’eventuale avaria, un pilota esperto come Gex avrebbe potuto planare tranquillamente su un prato, salvando tutti: «Invece è caduto a picco», continua Prato, «come se il pilota fosse stato vittima di un malore senza poter reagire in tempo».
Da questi elementi prese insistentemente forma la teoria del complotto tale per cui Gex fu vittima di un attentato con implicazioni dei Servizi segreti, a cui era da ascrivere la proprietà dell’aereo, come sarebbe emerso dall’inchiesta successiva. Un velivolo appositamente manomesso (la teoria estrema parlò di immissione di gas nervino nell’abitacolo, che avrebbe stordito gli occupanti) che fu la reale causa dell’incidente. “Da chi”, ma soprattutto “perché” sarà eventualmente la Magistratura a fare chiarezza, se giungerà a conclusioni diverse rispetto al passato. Elementi nuovi ce ne sarebbero, primo tra tutti una parte di alettone, con matricola abrasa, rinvenuto a un chilometro dal luogo dell’incidente. Sul “perché” un’ipotesi si può azzardare: «Gex era un personaggio straordinario», conclude Prato, «visionario, progressista, antesignano del “compromesso storico”, in grande ascesa». E perciò, forse, ingombrante e scomodo.