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Il bello della diletta accusa la stampa e alimenta il gossip

Fenomeno Leotta: la seduta hot con il pugile Scardina, la storia con il turco Yaman e il flirt con Friedkin Jr

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Mettiamola così. Diletta Leotta po­treb­be rappresentare il tipico caso della donna di successo che suo malgrado diventa vittima delle eccessive attenzioni dei fan, ma anche delle invidie trasversali di finte ammiratrici oppure delle rivali nella professione, oppure ancora degli stereotipi del peggior maschilismo. Solo perché è bellissima, si veste sexy e frequenta un territorio tradizionalmente maschile: quello del calcio. E del giornalismo sportivo applicato al calcio. Diletta, in questa chiave, è una vittima designata. Subisce l’onda di ritorno della critica perfida. Colpa forse della sua prorompente bellezza, delle forme esplosive e del suo ammiccare alla telecamera? Colpa della sua perfezione? Perché poi si scopre che ci sa fare con la diretta, Diletta, e con il microfono. Brava è brava, dicono di lei quelli che la conoscono. Il fatto è che, a forza di sentirselo ripetere, lei stessa può convincersene e finire in una specie di vortice. Dove tutto finisce per essere un pretesto per qualcos’altro. Ogni azione assume un significato diverso e non voluto. Ogni parola diventa un equivoco, un sottile sottinteso. Un po’ come tra queste righe.

Si potrebbe anche dire che Diletta è simile a quei cavalli di razza che alla lunga non arrivano mai al traguardo. Un po’ come certe giovani promesse che a un certo punto fanno capire, e capiscono, di non poter andare oltre. E da quel momento vivono una vita riflessa, fatta di giornate che si specchiano nelle aspettative mancate.

Perché Diletta è saltata da una promozione all’altra, fino a oggi. Dovendo sempre fare i conti con le malelingue. Arrivata a Sky ha pagato il prezzo della sua rapida affermazione con le voci che la indicavano come la compagna di un dirigente della tv a pagamento. Ma quando Dazn l’ha scelta come simbolo della sua clamorosa entrata sulla scena streaming, non è poi andata troppo oltre le apparizioni a bordo campo in pantaloni più che attillati, approfittando dell’assenza del pubblico causa Covid. Insomma, si è confermata brillante ma non proprio al di sopra della media giornalistica.

Un’occasione persa, in questo senso, è stata la sua partecipazione a Sanremo. E in fondo, lo si è capito solo un anno più tardi, ovvero all’edizione di quest’anno quando Elodie, l’altrettanto bellissima rivelazione dell’ultimo Festival, la cantante venuta dalla periferia romana, ha raccontato la sua storia di vita vissuta con un’autenticità che la Leotta nello stesso contesto non era riuscita a trasmettere, perdendosi dietro a luoghi comuni poco convincenti. Così si è vista la differenza.

Ultimamente la bionda si è sdoppiata. Da una parte si è ufficialmente esposta fuori dal ruolo per lamentarsi delle eccessive attenzioni mediatiche a lei riservate (e si può anche essere d’accordo sulla morbosità del caso) da troppi organi di stampa interessati solo al gossip e allo scandalo. Dall’altra parte però, lei stessa ha fatto di tutto per alimentare il fenomeno. Vedi le foto esclusive (!) pubblicate dalla rivista “specializzata” Oggi ormai un mese fa. Lei e il pugile Daniele Scardina, sua fiamma, sono impegnati in un training sul terrazzo. Con le vetrate. Non il massimo della privacy. La foto più emblematica è quella delle natiche dei due che spuntano in coppia durante un esercizio. Quelle di lui strette nei pantaloncini d’ordinanza, quelle di lei… sovraesposte. Poi è arrivata la storia con tale Can Yaman, attore turco, un idillio che ha fatto sognare i fan: la bellissima reporter e l’affascinante artista esotico. Sul più bello, però, le voci di una presunta crisi tra i due hanno trovato appiglio in altri scatti dove la solita Diletta è stata immortalata in compagnia di Ryan Friedkin, il figlio del proprietario statunitense della Roma. La bionda si è precipitata a puntualizzare che nel momento della foto si trovava in condizione di single e come tale, alla sua ancora giovane età (29 anni), autorizzata a concedersi un «limone». È anche vero però che la staffetta tra un flirt e l’altro è stata velocissima, da qualificazione olimpica.