Il Piemonte vola in India per fornire ossigeno

«Si permetta ai vaccinati, a chi è già guarito dal coronavirus e a chi risulta negativo al tampone di tornare a una sorta di normalità. Sarebbe utile per l’economia»

0
137

Un team italiano composto in gran parte da personale della Maxiemergenza 118 della Regione Piemonte, oltre che da un medico della Regione Lombardia e una rappresentante del Ministero della Salute, è partito nei giorni scorsi dall’aeroporto di Torino con aiuti e materiali per fornire supporto all’emergenza coronavirus in India. La missione, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile nell’ambito del Meccanismo Europeo di Protezione Civile e al comando del responsabile della Maxiemergenza del Piemonte, Mario Raviolo, consentirà di dotare le autorità sanitarie indiane di un sistema per la produzione di ossigeno messo a disposizione dalla Re­gione Piemonte, in grado di rifornire un intero ospedale, insieme a 20 respiratori polmonari donati dalla Struttura del Commissario Straordinario per l’Emergenza Coronavirus. La destinazione finale sarà l’Itbp Hospital di Greater Noida, a Delhi. «Il Piemonte risponde con orgoglio al­la chiamata dell’Italia in soccorso dell’India, stremata dalla pandemia», osservano il presidente della Regione Alberto Cirio (sotto, nella prima riga) e l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi (il primo da sinistra, nella seconda riga), «L’esperienza ci insegna che nella lotta al virus è fondamentale unire le forze. Il Piemonte, come l’Italia, non dimentica l’aiuto ricevuto da molti Paesi, come Cina, Cuba e Israele, ma nello stesso tempo, non esita appena possibile a mettere in campo le sue migliori strutture e professionalità. Esprimiamo la nostra gratitudine al personale che ha aderito e a chi combatte la stessa battaglia nelle nostre realtà». Un ringraziamento per la collaborazione è stato rivolto dall’assessore Icardi anche agli assessori regionali alla Coo­perazione Internazionale, Maurizio Marrone e alla Protezione Civile, Marco Gabusi. «Portiamo in India un collaudato sistema che produce 61.800 litri di ossigeno all’ora», spiega il capomissione Mario Raviolo (il primo da destra, nella seconda riga), «con la capacità di rifornire 68 pazienti intubati, oppure 17 pazienti in caschi Cpap ad alto flusso, oppure 103 pazienti che necessitino di ossigenoterapia. Lavoreremo all’installazione delle apparecchiature e alla formazione degli addetti locali, attraverso un team di do­dici professionisti. Siamo abituati a intervenire negli scenari del­le catastrofi internazionali, l’assistenza sanitaria non conosce confini». Personale e materiali sono sta­­ti imbarcati su un C-130 messo a di­sposizione dell’Aeronautica Militare, grazie al supporto offerto dal Mini­stero della Difesa nelle attività di contrasto alla pandemia, disposte dal Ca­po di Stato Maggiore della Difesa e di­rette dal Comando Operativo di Verti­ce Interforze. La missione ha una du­­rata prevista di un paio di settimane.