La pandemia non è ancora sconfitta e gli scenari che si prospettano nel mondo dell’editoria sono piuttosto incerti, ma Eugenio Ecclesiastico non ha perso quell’ottimismo che nel 1992 lo portò, insieme a Daniela Gaia, a fondare il Corriere di Alba, Bra, Langhe e Roero.
Direttore Ecclesiastico, prima di addentrarci nell’attualità e, soprattutto, prima di dare uno sguardo al futuro che ci attende, torniamo ai giorni che portarono alla nascita del vostro settimanale. Che ricordi ha di quei momenti?
«Negli anni dell’università seguivo con interesse il settore dell’informazione e collaboravo con alcune testate locali. Dopo la laurea, con quella che all’epoca era la mia fidanzata, Daniela Gaia, decidemmo di avviare un’attività professionale insieme, nel campo editoriale. Analizzando il contesto dell’informazione albese ci rendemmo conto che c’erano gli spazi per dar vita a un nuova voce cittadina… Ed eccoci qui!».
La fa semplice…
«In effetti, non fu facile. Da neo laureati, non avevamo molte risorse da investire… Anzi… Però avevamo, e probabilmente fu quella la carta vincente, una grande forza di volontà. Una caratteristica che ci spinse a presentare il nostro progetto editoriale a varie realtà del territorio: una banca rimase favorevolmente impressionata tanto da decidere di finanziarci».
Sul fronte prettamente giornalistico, come furono gli esordi?
«Come si può facilmente immaginare, eravamo alle prime armi. Non avevamo una grande esperienza circa la gestione di un giornale né tanto meno potevamo contare su giornalisti affermati. Per questo, avviammo una ricerca del personale: si candidarono in cento. Per comporre la squadra scegliemmo tre giovani di belle speranze che, grazie all’entusiasmo, riuscirono a superare ogni difficoltà. Anno dopo anno, numero dopo numero, pagina dopo pagina, la nostra testata è riuscita a ritagliarsi un proprio spazio e a recuperare terreno rispetto ai giornali già presenti sul territorio».
C’è un servizio a cui è particolarmente legato?
«Un periodo, più che altro. Quello, drammatico, dell’alluvione 1994. Internet non era diffuso capillarmente come oggi, i social network ancora non esistevano e, a causa dei danni causati dalla furia dell’acqua, si riscontravano pure problemi nell’erogazione di energia elettrica. Alla luce di tutto ciò, i giornali rappresentavano la pressoché unica possibilità per reperire le informazioni. È così che decidemmo, in via eccezionale, di trasformare il nostro settimanale in un quotidiano: fu un’iniziativa molto apprezzata dai lettori».
Da un’emergenza all’altra: quella sanitaria, che ormai ci affligge da oltre un anno. Come la state affrontando?
«Fummo tra i primi, all’inizio del 2020, a dare evidenzia al fatto che una pandemia ci stava minacciando e che ci avrebbe cambiato la vita per sempre. Non mancarono le critiche ma ci eravamo mossi nel rispetto di tutti i principi del caso: prima di esporci tanto, ci eravamo documentati e adeguatamente informati in modo da ricostruire nella maniera più completa possibile il quadro. Lo stesso abbiamo continuato a fare nelle settimane successive, cercando di fotografare la situazione dei singoli momenti in titoli emblematici. Serviranno ai posteri per ricostruire la storia della pandemia da Covid nell’Albese e nel Braidese. I dati positivi relativi alle vendite del giornale ci confermano che quella imboccata è la strada giusta. Ma c’è anche il bicchiere mezzo vuoto…».
Riguarda i risvolti negativi determinati a livello economico dal coronavirus?
«Proprio così. Le restrizioni e, in generale, le normative anti contagio che hanno bloccato diverse attività commerciali si sono riflettute negativamente sul nostro settimanale in termini di un calo delle inserzioni pubblicitarie. Fortunatamente le istituzioni locali, così come le banche, hanno confermato i rispettivi impegni pubblicitari, restituendoci una preziosa boccata d’ossigeno. Nonostante queste difficoltà, abbiamo comunque moltiplicato gli sforzi per mantenere elevata la qualità dei nostri articoli».
Quali sono le tematiche di tendenza, oltre, ovviamente, al Covid-19?
«I temi di attualità che toccano da vicino Langhe e Roero, ovvero i lavori pubblici, le vicende delle amministrazioni civiche. Fornire questo tipo di informazioni significa assicurare un prezioso servizio alle comunità del luogo. Sono seguitissimi anche i fatti di cronaca nera, che documentiamo in presa diretta sul nostro portale online, occupandoci poi di approfondirli sull’edizione cartacea».
Il web pare quindi obbligare la carta stampata a occuparsi quasi esclusivamente dell’approfondimento…
«È così. E noi, come 30 anni fa, siamo pronti a cogliere la sfida: lo faremo rinnovando il nostro progetto editoriale in modo tale che l’edizione cartacea non diventi un bollettino di notizie, bensì un riferimento per quanto riguarda l’approfondimento dell’informazione culturale, dove per cultura si intende la conoscenza del territorio, della storia di Alba e Bra e della loro evoluzione. La sfida nella sfida sarà convincere i giovani, tra un post sui social e l’altro, a leggere gli approfondimenti dell’edizione cartacea. Ci proveremo».