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La tragedia aerea bloccò l’ascesa in campo politico

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Corrado Gex nacque ad Arvier nel 1932. Dopo la laurea con lode in Giurisprudenza si dedicò alla vita amministrativa e politica. A 27 anni divenne assessore regionale alla Pubblica istruzione: la sua impronta riformistica portò la gratuità dei libri agli studenti, la creazione di Istituti professionali, ma soprattutto un’accresciuta attenzione per le minoranze linguistiche, che si tradusse con la fondazione del Collège d’etudes fédéralistes. Attivista dell’Union Valdotaine, brillante, carismatico, amatissimo, nel ‘63 con 32 mila voti venne eletto deputato nell’ambito del secondo Governo Moro, il primo governo organico di centro-sinistra. Ne sostenne l’attività nel corso degli anni, anche disallineandosi dalla politica del proprio partito d’origine. Attento ai temi dell’istruzione, del turismo, dello spopolamento della montagna, tradusse in attivismo anche la sua grande passione per il volo: nel 1965 fu primo firmatario della proposta di Legge sulla liberalizzazione sull’uso delle aree di atterraggio che di fatto consente la creazione di “aviosuperfici” su ghiacciai, nevai e piste naturali. Sosteneva la tesi di un’Europa rispettosa delle autonomie locali, delle minoranze etniche e linguistiche: una “Europa dei popoli” fondata sul federalismo, che nella sua visione doveva portare “all’eliminazione di quelle linee immaginarie che vengono chiamate frontiere e soprattutto all’abolizione del concetto di straniero”. Al momento della morte alcuni sostengono che avrebbe potuto occupare un posto di rilievo in seno al Ministero dei Trasporti.